GINO DONE'

Forse non tutti sanno che fra gli 82 matti che sbarcarono dal Granma sulla costa cubana provenienti dal Messico c'era anche un italiano, Gino Done'. Gino nasce nel 1924 in provincia di Treviso da una famiglia poverissima, malgrado questo riesce a completare gli studi. Nel 1942 riceve la chiamata alle armi ma dopo l'8 settembre si schiera apertamente con la Resistenza diventando partigiano, distinguendosi in parecchie missioni nella laguna veneta. Nel dopoguerra riceve dal Generale Alexander un encomio solenne, sara' uno dei fondatori dell'Anpi nella provincia di Venezia. Dopo la guerra iniziano pero' i tempi duri, Gino deve trasferirisi per lavorare in Francia, Belgio e Germania. Nel 1951 parte per Cuba, all'Avana trova lavoro come carpentiere, nella capitale conosce e passa molto tempo con Hemingway che parlava italiano con cadenza veneta, avendo combattuto in Veneto durante la prima guerra mondiale dove si ispiro' per il suo capolavoro “Addio alle armi”. Nel 1952 Gino seguendo la ditta per cui lavorava si trasferisce a Trinidad, dove conosce e sposa Norma Turino Guerra, cara amica di Aleida legata al gruppo di Fidel e futura seconda moglie del Che. Aleida racconta a Fidel di questo matrimonio della sua amica con un “Ex guerrillero italiano” che aveva combattuto i fascisti. A Fidel serve un uomo di esperienza per addestrare quelli che erano poco piu' che dei ragazzini, grazie a quella lettera di Aleida capisce che l'italiano era proprio il suo uomo. Gino incontra Faustino Perez del gruppo M-26-7 che gli spiega come Fidel in persona abbia chiesto il suo aiuto, Perez consegna a Done' una cospicua cifra in denaro da portare in Messico a sostegno della Rivoluzione. Ovviamente il passaporto italiano di Gino in quei frangenti cosi' complessi era un valore aggiunto. Negli anni successivi grazie proprio a quel passaporto Gino effettuera' diversi viaggi fra Cuba ed il Messico divenendo istruttore militare, preparando i combattenti per quello che verra'. Nel frattempo diventa amico fraterno del Che; “Tutti lo chiamavano Che ma per me era solo Ernesto, mi hermano, mio fratello a cui ho insegnato le tecniche di guerriglia”. Proprio col denaro trasportato da Gino, Fidel e Raul comprano il Granma, una bagnarola che potrebbe trasportare 18 persone ma ne conterra' durante la traversata 82, fra cui, ovviamente Gino Done'. Appena sbarcati il Che viene assalito da un attacco di asma, malattia di cui soffriva, non c'erano medicinali, il Ventolin dovevano ancora inventarlo. Gino, che aveva avuto esperienze simili con la moglie, gli pratica un massaggio toracico che gli salva la vita. Dopo lo sbarco ed una serie di cruenti battaglie Gino torna dalla moglie a Trinidad, dove con l'aiuto di Aleida organizza un assalto alla sede del comando militare dell'esercito di Batista. Viste le festivita' l'edificio era pieno di bambini cosi' l'attacco viene abortito; “La nostra Rivoluzione si fa contro l'esercito, non contro il popolo” dira' l'italiano. Gino e' ricercato, Fidel lo fa allontanare dall'isola con la prima barca disponibile per fuggire negli Stati Uniti. Mentre la Rivoluzione trionfa Gino deve assitere da lontano agli eventi, cerca di tornare a Cuba piu' volte ma visto al deterioramento dei rapporti fra Washington e l'Avana non ci riesce fino al 1995 quando, dopo un momento di distensione fra i 2 paesi, viene invitato per celebrare il 39esimo anniversario dello sbarco del Granma. Torna poi a Cuba molta altre volte, nel 2004 durante le feste del primo maggio viene decorato per il suo impegno a favore della Rivoluzione, nel 2005 con una troupe televisiva per girare un documentario a lui dedicato torna nei luoghi dello sbarco dove incontra el Comandante en Jefe che, commosso, lo abbraccia e lo bacia ricordando i suoi grandi meriti. Gino si spegne in Italia nel 2008 a San Dona' di Piave, al suo funerale presenti centinaia di persone, l'ambasciatore di Cuba e 4 grandi corone inviate da Fidel, Raul, i Granmisti e l'ambasciata. Pochi mesi prima della morte dichiara a Repubblica ;” Io sono stato educato in mezzo ai preti. Ernesto era invece un marxista, e leninista vero. Eppure siamo diventati fratelli. Mi hanno chiesto se sono anarchico, comunista, rivoluzionario...Io sono soltanto un maledetto selvaggio. Pero' osservo il mondo e vedo che c'e' sempre qualcuno piu' povero e piu' ignorante di me. E oggi, chi da' una mano ai proletari? Forse ci vorrebbero ancora uomini che decidono di essere fratelli. Hasta Siempre! “

 “Una revolución educa, una revolución combate la ignorancia y la incultura, porque en la ignorancia y en la incultura están los pilares sobre los que se sostiene todo el edificio de la mentira, todo el edificio de la miseria, todo el edificio de la explotación”.

Fidel

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