lunedì 2 maggio 2022

VISA FAMILIAR

Piu' di un amico ultimamente mi ha chiesto se a Cuba stanno continuando a dare le visa familiar, occorre fare un po' di chiarezza sull'argomento. Intanto prima e' giusto rispondere alla domanda che mi e' stata posta da quegli amici e conoscenti. In base a quanto mi dice chi e' appena rientrato la risposta e' si, hanno ricominciato a permettere a stranieri, che ne hanno diritto, di vivere al di fuori dai canonici percorsi turistici, cosa che, in pieno periodo di pandemia era stata sospesa.

La ragione di quella sospensione e' chiara, in piena pandemia occorreva tenere d'occhio ogni straniero che entrasse nel paese, gli hotel e le case de renta, (quando sono state riaperte) oltre a rispettare taluni protocolli sanitari, erano piu' controllabili da parte delle autorita' rispetto ad una qualunque casa privata cubana. Qualcuno si chiedera' cos'e' la visa famigliare visto che non tutti sono tenuti a saperlo.

Si tratta del permesso dato dalle autorita' di vivere in casa di quella che quasi sempre e' la morosa del soggetto richiedente, questo modo di vedere le cose ha generato degli equivoci. Ad esempio il sottoscritto per 5 anni ne ha beneficiato, diciamo fino all'inizio pandemia, quando ho optato per situazioni dal punto di vista dei contagi piu' sicure. Ne ho beneficiato senza che avessi nessun tipo di relazione con nessun componente della famiglia che mi aveva ospitato. Ne avevo gia' accennato in un altro pezzo, molti confondono la visa familiar come fosse la “visa della novia” in realta' si tratta di un'altra cosa.

E' una famiglia che accetta di ospitare uno straniero assumendosi la gravosa responsabilita' di rispondere degli atti che lo straniero puo' o meno commettere durante il periodo di convivenza. Tocca pero' all'inmigration cittadina concedere o meno questa visa dopo pero' un obbligo burocratico. Leggevo che si puo' richiedere anche in ambasciata o in consolato prima di partire ma, francamente, conosco poco questa procedura, sono sempre arrivato a Cuba con la visa turistica andando gia' a dormire la prima notte nella casa privata. La mattina del primo giorno andavo in banca per acquistare la marca da bollo di 40 cuc (cifra rimasta invariata anche dopo il passaggio al cup) per poi recarmi, con la padrona di casa, negli uffici appositi per ottenere l'autorizzazione che non e' per nulla scontata.

C'e' da dire che gli ufficiali con cui ho avuto a che fare mi hanno sempre detto che concedevano piu' facilmente la visa a fronte di una situazione come la mia piuttosto di avere davanti un sessanta/settantenne che chiede di andare a vivere con la fidanzatina 20/25 enne. Probabilmente esisteranno dei parametri di base ma la pura verita' e' che la visa puo' essere concessa o negata unicamente a discrezione dell'ufficiale che hai davanti quando vai a chiederla. Se ti presenti male...non te la danno.

Quindi e' importante cercare di presentarsi il meglio possibile, parlare un discreto spagnolo, avere uno storico dimostrabile di frequentazione di Cuba e di quella famiglia, cercando sempre di creare quel minimo di empatia che apre, in ogni parte del mondo, tutte le porte. Se lo straniero e' al suo primo o secondo viaggio a Cuba, non parla l'idioma ed e' palesemente inesperto riguardo al posto in cui si trova, l'ufficiale di turno e' tentato di pensare che la famiglia ospitante voglia approfittare di lui e del suo borsillo, a quel punto quasi sempre la visa viene negata.

C'e' poi chi pensa di richiedere questa visa per risparmiare il denaro della renta, cosa anche vera sul lungo periodo dopo diverse visite ma tutta da dimostrare se la casa di chi ospita non ha le condizioni minime per una vita decorosa.

Se non c'e' il frigorifero, il letto cade a pezzi, il bagno e' un buco per terra e per soprammobile c'e' una lattina vuota di tucola e' facile che sia lo straniero a dover occuparsi fattivamente di migliorare le condizioni di vita di tutto il familion.

Vale la pena?

Ogni testa e' sempre un piccolo mondo amici miei.

13 commenti:

  1. Giovedì 21 Cuba e gli Stati Uniti hanno realizzato a Washington D.C, conversazioni migratorie guidate dal viceministro delle Relazioni Estere , Carlos Fernández de Cossío Domínguez, e dalla vice segretaria aggiunta di Stato del Burò dei Temi dell’Emisfero Occidentale, Emily Mendrala, rispettivamente.
    Durante l’incontro sono stati rivisti gli accordi migratori bilaterali e l’impegno reciproco di garantire un’emigrazione regolare, sicura e ordinata.
    La Cancelleria cubana, ha informato che l’Isola grande delle Antille ha reiterato la sua preoccupazione per le misure del Governo statunitense che stimolano la migrazione, impediscono l’emigrazione e ordinata, e generano
    condizioni socio economiche che incitano la migrazione.
    Inoltre ha sottolineato che queste misure tra le quali quelle associate all’indurimento del blocco economico, provocano la perdita di vite umane e reati di traffico illecito dei migranti, truffe migratorie e tratta di persone, situazione che danneggia i due paesi e la regione.
    La delegazione cubana ha insistito sull’obbligo del Governo degli Stati Uniti di garantire l’emissione a L’Avana di almeno 20 000 visti annuali ai cubani per emigrare in questo paese, impegno che non viene rispettato dal 2017.
    Ha precisato che non esiste alcuna giustificazione per mantenere interrotto questo servizio in Cuba e obbligare l’aspirante migrante a viaggiare in Guyana per far sì che la sua richiesta venga accettata.
    Poi ha reiterato che gli Stati Uniti devono smettere d’ostacolare e violare i diritti dei cubani di viaggiare in terzi paesi dell’area e ha reclamato il compimento degli accordi migratori bilaterali nella loro integralità e non selettivamente. ( GM – Granma Int.)

    RispondiElimina

  2. VATICAN NEWS

    Una settimana scandita da giornate tematiche incentrate sulla coproduzione e l’internazionalizzazione, l’innovazione e il futuro dell’audiovisivo, e ancora la formazione, l’importanza della tutela e la conservazione del patrimonio culturale. Questo e molto altro è ORIZZONTI Italia-Cuba, iniziativa ideata e promossa da Teatri della Resistenza, con il sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiC e l’Instituto Cubano del Arte e Industria Cinematográficos (ICAIC), e volta a promuovere il comparto cinematografico e audiovisivo tra i due Paesi, l’Italia e Cuba, e a intensificarne le relazioni culturali e le collaborazioni professionali.

    ORIZZONTI Italia-Cuba, che si svolgerà a L’Avana e nella città di Camaguey, tra il 4 e l’11 giugno 2022, mira a superare il concetto convenzionale di Festival, presentandosi infatti quale spazio di dialogo tra le due industrie cinematografiche proponendo incontri, tavoli di confronto, masterclass, e anche proiezioni e retrospettive al fine di promuovere il cinema italiano a Cuba e nell’America Latina, con particolare attenzione ai settori della coproduzione e della distribuzione.

    Per questa prima edizione, Orizzonti Italia-Cuba renderà omaggio, in occasione del 120° anniversario della nascita, a Cesare Zavattini (Luzzara - Reggio Emilia, 20 settembre 1902 - Roma, 13 ottobre 1989), vero e proprio “padre” del Neorealismo, soggettista e sceneggiatore, ma ancora scrittore, poeta e giornalista.

    Attraverso la figura di Cesare Zavattini, infatti, Orizzonti Italia-Cuba vuole rafforzare il già forte legame culturale in essere tra Italia e Cuba. Il costante dialogo che l’artista ha avuto con la prima generazione di registi e intellettuali cubani resta, ad oggi, un unicum nella cultura cinematografica mondiale. Orizzonti Italia-Cuba e l’Ambasciata cubana in Italia, grazie al sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiC e dell’Instituto Cubano del Arte e Industria Cinematográficos (ICAIC), promuovono quindi, per l’occasione, una serie di eventi cinematografici e culturali nel corso del 2022 in Italia e nell’isola caraibica per valorizzare la memoria artistica di uno dei maestri del cinema italiano.

    RispondiElimina
  3. CASERTA NEWS
    Fa il suo ritorno nelle principali sale cinematografiche italiane La Guerra a Cuba (distribuz. Emera Film) di Renato Gugliano, un film che parla di fake news e di accoglienza. Fra i prossimi appuntamenti ci saranno il 6 Maggio, in sala il regista, e il 7 Maggio (ore 19.15) presso il Cotton Movie di Piedimonte Matese . La Guerra a Cuba è un film che nasce da un più vasto progetto sull’accoglienza realizzato proprio con la popolazione della Valsamoggia. Ed è proprio dai laboratori proposti nel progetto che hanno preso vita spunti ed esperienze poi confluiti nella trama: emarginazione, intolleranza, faciloneria da fake news vanno ad irrorare una realtà sociale ed economica già difficile di per sé. Il regista - nel film - ci racconta tutto in modo non lineare, quasi a voler creare dei giudizi per poi capovolgerli. Il micromondo della provincia diventa osservatorio privilegiato di situazioni disperate, che annegano nell’indifferenza e l’occhio dello spettatore è pronto a coglierne l’ingiustizia. Per raccontare questo frantumarsi delle identità e dei valori, Giugliano ha scelto una narrazione non lineare ma giocata continuamente fra attualità e flashback, tornando più volte indietro all’inizio della storia, a quel lunedì da cui tutto prende il via. Ad ogni nuovo inizio, le vicende ripartono aggiungendo nuovi elementi di comprensione e di dubbio. La chiusura del cerchio è solo alla fine, naturalmente, quando tutti i tasselli del puzzle – tranne forse uno – sono stati trovati, risistemati e il quadro si fa completo. Ed ecco delinearsi l’immagine di una comunità possibile che, nonostante rabbia e frustrazione, cerca in unità e coesione le armi per restare lucida, guardarsi e riconoscersi gli uni nelle aspettative degli altri e, insieme, prepararsi a ricominciare.

    RispondiElimina
  4. Nuovo post su Facebook e su Steemit
    https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2326352600840726&id=100003980252386

    RispondiElimina
  5. Grazie di aver risposto alla mia domanda di qualche giorno fa, ho avuto conferma a anche da altri contatti che ho a Cuba che il visa familiar è attivo, ciao da Mario di Firenze

    RispondiElimina
  6. SALOMONICAMENTE

    di Marco Travaglio - 28 APRILE 2022

    Siccome è bene attrezzarsi per tempo e non farsi trovare impreparati, stiamo studiando attentamente le Isole Salomone, simpatico arcipelago di un migliaio di atolli nell’Oceano Pacifico meridionale a Nord Est dell’Australia e a Sud Est della Papua Nuova Guinea, con 687 mila abitanti. L’isola più grande e famosa, che ospita la capitale Honiara, è Guadalcanal (teatro dell’omonima battaglia del 1942-’43 fra Alleati e giapponesi). Ma c’è anche Bougainville, che evoca i fiori. Le Salomone sono uno degli Stati più poveri dell’Oceania e del mondo: agricoltura, pesca, un po’ di turismo, qualche giacimento minerario non sfruttato. Il capo dello Stato è la regina d’Inghilterra, mentre il governo – dal 1978, fine del protettorato Uk – è espressione di un Parlamento elettivo. Il premier dal 2019, Manasseh Sogavare, ha riallacciato i rapporti con la Cina, scaricato Taiwan e firmato un accordo di cooperazione e sicurezza con i cinesi, che li autorizza a visite periodiche nei porti in cambio di aiuti economici.

    La cosa non piace a Usa, Australia e Giappone, per la posizione strategica delle Salomone sulle rotte del Pacifico. Sogavare ribadisce che resta neutrale, ma Washington lo accusa di voler ospitare una base militare cinese. Nei giorni scorsi Biden ha inviato due alti funzionari nelle Hawaii, nelle Fiji, in Papua Nuova Guinea e nelle Salomone, suscitando l’ilarità del ministro degli Esteri cinese Wang Yi: “Perché gli americani si prendono la briga di visitare un Paese insulare nel quale la loro ambasciata è rimasta chiusa per 29 anni?”. Tre giorni fa la Casa Bianca ha minacciato di “rispondere di conseguenza” se le Salomone oseranno ospitare una base cinese, che avrebbe “potenziali implicazioni di sicurezza regionali”. E l’altroieri, malgrado le nuove smentite del premier, Daniel Kritenbrink, assistente del segretario di Stato per l’Asia orientale e il Pacifico, ha rifiutato di escludere un’azione militare nelle isole. Nessuno spiega a che titolo gli Usa pretendono di decidere con chi possa accordarsi un Paese sovrano, che non è neppure loro alleato, dunque è libero di fare ciò che gli pare. Né con che faccia Biden impartisca lezioni alla Russia per aver fatto a un Paese confinante ciò che lui minaccia di fare a un Paese distante 9.600 km dalla California. Né, soprattutto, a chi dovremmo inviare le armi, o almeno i pedalò, nel caso di invasione Usa nelle Salomone. Al nostro primo alleato Nato che si sacrifica per noi salvandoci dalla penetrazione cinese nel Pacifico? O al popolo salomonese aggredito, in base all’articolo 11-bis della Costituzione Immaginaria che ripudia la guerra, ma ci impone di combatterle tutte con gli aggrediti? O, salomonicamente, a tutti e due? Ci facciano sapere.

    IL Fatto Quotidiano
    Copyright © 2009 - 2021 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006

    RispondiElimina
  7. ‼️El Minsap informa hoy 155 nuevas muestras positivas de #COVID19 en #Cuba‼️

    ✔️1 103 286 muestras positivas acumuladas
    ✔️5 591 muestras realizadas
    ✔️13 719 748 muestras acumuladas

    ⭕ No se reportan fallecidos

    De los 155 casos:
    🤝147 contactos de casos
    ✈️ 4 importados
    ❓4 fuente no precisada
    👩92 sexo femenino
    👨63 sexo masculino
    😷8 asintomáticos

    Grupos de edades:
    👶63 menores de 20 años
    👩‍🦱25 de 20 a 39 años
    👨24 de 40 a 59 años
    👵43 mayores de 60 años

    Procedencia de los 155 casos:
    📍Pinar del Río 7
    📍Artemisa 7
    📍La Habana 30
    📍Mayabeque 10
    📍Matanzas 810
    📍Cienfuegos 8
    📍Villa Clara 12
    📍Santi Spíritus 7
    📍Ciego de Ávila 12
    📍Camagüey 24
    📍Las Tunas 7
    📍Holguín 6
    📍Granma 3
    📍Santiago de Cuba 3
    📍Guantánamo 2
    📍Isla de la Juventud 7

    Se acumulan:
    ✔️822 activos
    ✔️814 con evolución clínica estable
    ‼️8 527 fallecidos (0,77% de letalidad)
    💪171 altas, 1 093 878 recuperados en total
    🤒3 pacientes en estado crítico
    🤒5 pacientes en estado grave

    RispondiElimina
  8. I dati – 18.896 nuovi contagi, ma aumenta il tasso di positività: è al 15,4% (+1,3%). Altre 124 vittime

    RispondiElimina
  9. Nuovo post su Facebook e su Steemit
    https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2327213227421330&id=100003980252386

    RispondiElimina
  10. Cuba supera en los primeros cuatro meses del año la cifra de visitantes en igual período del año pasado, informó este lunes en el evento de Turismo Sostenible el ministro de Turismo, Juan Carlos García Granda.

    En total, el país ha recibido más de 450 000 turistas a las alturas de abril de 2022

    RispondiElimina
  11. L’ovvio dei popoli

    Marco Travaglio
    3 Maggio

    Siccome, nel cretinismo collettivo degli scemi di guerra, anche le ovvietà diventano eversive, ci corre l’obbligo di ribadirne alcune.

    1) Intervistare per primi il ministro degli Esteri russo Lavrov dopo l’invasione dell’Ucraina, come ha fatto Zona Bianca su Rete 4, non si chiama “onta per l’Italia”, come dice BaioLetta: si chiama “scoop”.

    2) Se poi il conduttore riesce a non fargli una sola domanda degna di questo nome, è un’onta non per l’Italia, ma per il giornalismo, peraltro tutt’altro che eccezionale: l’intervista senza domande al potente di turno è la regola in Rai e in Mediaset e quella con domande è l’eccezione.

    3) Non c’è ragione al mondo che consenta ai politici o al Copasir di occuparsi di un’intervista (con o senza domande): l’unico ente autorizzato a farlo è l’Ordine dei giornalisti, o meglio lo sarebbe se da decenni non consentisse ai trombettieri dei potenti di raccontare balle trincerati dietro l’apposito tesserino; il Copasir esercita il controllo parlamentare sui nostri servizi segreti, non sui giornalisti italiani né sui ministri o i giornalisti russi da loro intervistati (che, fra l’altro, non si vede cosa possano spiare collegandosi con le tv italiane).

    4) Spiegare un evento storico non significa giustificarne l’autore. Se Orsini ricorda che Hitler non aveva alcuna intenzione di scatenare la seconda guerra mondiale, non sta giustificando il führer, il nazismo, le sue guerre e i suoi orrendi crimini, né commettendo una “gaffe”, come scrivono gli storici della mutua sui giornaloni: sta dicendo un’ovvietà, illustrata anche dallo storico Alessandro Barbero nella breve e illuminante lezione “Come scoppiano le guerre” (su Youtube).

    E cioè che, avendola fatta franca nel 1938 con la presa dell’Austria e dei Sudeti, Hitler s’illudeva che l’Europa l’avrebbe lasciato fare impunemente anche nel 1939 in Cecoslovacchia (e rivinse la scommessa) e in Polonia (e lì per fortuna sbagliò i calcoli, con l’intervento delle pur titubanti Parigi e Londra).

    Lo stesso era accaduto nel 1914 con la prima guerra mondiale, dopo l’attentato di Sarajevo e l’entrata in guerra dell’Impero austro-ungarico contro la Serbia, che innescò un effetto-domino voluto da nessuno e subìto da tutti.

    È la storia di tutte le escalation belliche: i governanti raccontano frottole a sé stessi e ai propri popoli, pensando di leggere nel pensiero dei loro colleghi, che però non hanno pensieri autonomi perché sono tutti prigionieri del classico autobus impazzito che corre in discesa ad altissima velocità e nessuno, quando ha premuto l’acceleratore, s’è accorto che i freni erano rotti.

    La differenza è che allora le guerre, dopo qualche anno e decine di milioni di morti, finivano con dei vincitori e dei vinti. Oggi, nell’èra atomica, non ci sono vincitori, ma solo vinti.

    RispondiElimina
  12. Al cierre del lunes 2 de mayo, se encuentran ingresados 2 769 pacientes, sospechosos 1 991, en vigilancia 26 y confirmados activos 752 (de ellos 745 con evolución clínica estable).

    Según el Ministerio de Salud Pública, se realizaron 3 882 muestras para la vigilancia epidemiológica en el día, de las cuales 109 resultaron positivas para la COVID-19, para un 2,8% de positividad. El país acumula 13 723 630 muestras realizadas y 1 103 395 positivas.

    Del total de casos (109):

    RispondiElimina
  13. Il bollettino – 62.071 nuovi casi e 153 morti. In calo i ricoverati in area medica, stabili le terapie intensive

    RispondiElimina