lunedì 26 febbraio 2018

NON SOLO DONNE



Qualche settimana fa il nostro Valter, in un commento, scriveva che se non fosse per la sua attuale fanciulla probabilmente avrebbe chiuso il discorso che lo lega alla maggiore delle Antille.
Premetto che ognuno e' libero di avere le proprie idee ed opinioni che, su questo spazio, godono TUTTE del massimo rispetto e della giusta considerazione.
Personalmente ho fatto le mie scelte parecchi anni fa, dividendo nettamente Cuba intesa come paese da un certo tipo di movimento ludico.
Lo dico con la massima franchezza; se mi restassero solo le ragazze, con ogni probabilita', avrei abbandonato l'isola gia' da parecchi anni.
Ci sono molti posti al mondo dove, nel 2018, e' possibile divertirsi in quel modo, con un rapporto qualita' prezzo (tenendo conto dell'intero pacchetto, non soltanto di quel momento) decisamente migliore.
Ho una palestra e lavoro in strutture turistiche, location notoriamente non frequentate da Francescani e suore di clausura, non nego che ritrovare le amiche ad ogni mio viaggio sia piacevole ma se....ci fossero solo loro, in un contesto che non ritenessi piu' soddisfacente, a quel punto, non sarebbe sufficiente la loro presenza per restare.
Oggi la mia Cuba ha una ricca presenza femminile, ma e' rappresentata anche da tante altre cose che rappresentano el plato fuerte di ogni mio viaggio.
Intanto la consapevolezza di frequentare un posto fuori dalla storia e dal mondo.
Cuba e' per me anche un tuffo nel passato; quando i bambini giocavano ancora per strada, i giovani si parlavano (non so ancora per quanto visto il proliferare dei telefonini e della connessione alla rete), esistevano ancora dei valori che, pur non essendo sempre comparabili ai nostri, avevano una loro valenza.
Cuba e' un riscoprire un certo tipo di rapporto umano; fermarsi per strada a chiacchierare con qualcuno, spaparanzarsi sul balance nel portal leggendo un buon libro, accogliere con un sorriso ed un caffe' chiunque viene a trovarti.
Cuba e' il caldo 24 ore al giorno, l'andare in giro in braghette e maglietta, la sensazione di liberta' che ti regala girare la citta' in scooter.
Cuba e' le mille possibilita' che ti aspettano in ogni serata, la concreta opportunita' che ti capiti qualcosa di bello ed irripetibile, una magia che si ripete ogni giorno.
Cuba e' vivere in un paese che, ad oggi, ancora rifiuta l'omologazione col resto del mondo e che malgrado tutte le difficolta' prosegue la sua strada con la schiena dritta.
Cuba e' la certezza di ritrovare tutto esattamente come l'avevo lasciato; le donne, gli amici, i conoscenti, la familia, i tanti rapporti interpersonali che abbiamo saputo mettere in piedi in questi anni.
Cuba e' aver tempo da perdere, sedersi su una panchina a fare un cazzo, “parlare con un pescatore per ore ed ore”, il piacere sincero di perdere tutto il tempo che voglio con la consapevolezza che non e' mai tempo perso.
Cuba e' non guardare ai soldi e a quanto spendo, sapendo che in un giorno se ne possono andare dai 50 ai 300 cuc senza che ci siano ripercussioni sul resto della vacanza, senza alcun rimpianto per averli spesi.
Cuba e' alzarmi al mattino col sorriso stampato in volto, consapevole che sara' un'altra bella giornata di sole, gente, donne, buon cibo, sport e tutto il bello che ci volete mettere.
Cuba e' la mattina della partenza, in Italia, quando mi alzo felice come un bimbo che scarta i regali di Natale, arrivo in aeroporto che sono gia' in vacanza, tranquillo, senza stress, pronto a volare dall'altra parte del mondo.
Tenete sempre conto che in Italia faccio una vita piu' che discreta, tanto lavoro ma poco stress, quindi nessun conto alla rovescia men che meno vivere in funzione della prossima partenza.
Cuba e' ANCHE il culo di una mulatta o un davanzale da blocco aortico, non lo nego sicuramente.
Pero' non solo quello.
Per fortuna.

22 commenti:

  1. PARLIAMO DI ALTRI SPORT...CHE E' MEGLIO...

    Si sono concluse le olipiadi invernali con un bottino, per l'Italia, di 10 medaglie.
    Buono ma non indimenticabile per un paese con Alpi e Appennini.
    Una volta ogni 4 anni si parla di sport, come il mio Judo, che portano lustro al paese portando medaglie ma che pare non interessino al di fuori dei giochi olimpici.
    Se nessuno ne parla e' chiaro che non interessino...
    Medaglie pesanti arrivate da atleti sconosciuti che possono praticare il loro sport grazie ai gruppi militari, cioe' allo stato, cioe' a noi.
    Alla fine un buon 80% del nostro sport viene mantenuto dalla collettivita', e poi si parla di Cuba....
    Grande la Goggia ma una medaglia d'oro perenne a madre natura per il dono di averci portato la Vonn.
    Mafia Malago' non si e' perso un apparizione televisiva ed una telecamera.
    I giochi sono serviti per riavvicinare le dei Coree alla faccia del Trumpo.

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  2. Le Olimpiadi coreane si sono chiuse con lo stesso spirito con il quale si erano aperte il 9 febbraio: un soffio di speranza, sottolineato dall’enfasi e dalla retorica che comprensibilmente accompagnano i momenti di svolta. «Sono stati i Giochi dei nuovi orizzonti», ha detto il presidente del Cio, Thomas Bach.
    Prima la stretta di mano Nord-Sud nella cerimonia inaugurale, poi l’annuncio della disponibilità di Pyongyang a colloqui diretti con Washington, arrivato a margine dello spettacolo di chiusura con ospite Ivanka Trump: lo sport ha insomma fatto la sua parte, dimostrando che si può aprire un varco nel muro del 38° parallelo. Ora tocca alla politica vedere quanto quel varco possa essere allargato. Gli ostacoli da superare sono noti, dalla minaccia nucleare alle ambizioni di egemonia nella regione per arrivare allo scontro di personalità. A essi se ne aggiunge però uno poco segnalato nelle analisi, ma non per questo meno rilevante. Cioè lo scarso entusiasmo, che spesso diventa palese ostilità, di parte della popolazione del Sud al progetto di riunificazione con il Nord.
    Sono in particolare i giovani, la cosiddetta generazione 2030 - i ventenni e trentenni -, ad alzare un confine che non è difeso dal filo spinato che separa fisicamente le due Coree, ma è fondato su differenze sociali e culturali. Girando per le strade di Seul o per i siti olimpici di PyeongChang è facile misurare il contrasto generazionale a proposito della tanto auspicata riconciliazione. Se gli adulti, a volte sulla scorta di ricordi diretti, ritengono che la frattura Sud-Nord verrà ricucita, perché è naturale che sia così, al di là delle alchimie politiche, lo scenario cambia quando si gira il quesito ai ragazzi. Esemplare in questo senso un sondaggio alla vigilia dei Giochi sulla squadra mista Sud-Nord di hockey femminile: la maggioranza dei giovani ha disapprovato la scelta, celebrata invece come simbolo di distensione.
    L’avversione si capisce guardando lo sviluppo della Corea del Sud, protagonista di un processo di industrializzazione e modernizzazione capace di trasformare un Paese povero dopo la guerra con il Nord in uno moderno, dinamico e con redditi crescenti. La trasformazione ha richiesto decenni, con ogni generazione che a mano a mano si è staccata sempre più dai cugini rispetto a quella precedente. Così oggi, la sempre minore tolleranza per le provocazioni del Nord, viste come fattori di instabilità, si uniscono a una diversa concezione di ciò che significa essere coreano. Come se l’identità fosse sempre meno definita dall’etnia e sempre più dallo stile di vita.
    Quello del Sud è lo stile di un Paese che corre veloce, che ha voglia di futuro, che ha tecnologia da primato e centri commerciali aperti fino alle 5 del mattino. E che vuole esibire la propria ambizione, non soltanto con la vetrina delle Olimpiadi, ma anche con il distretto culturale disegnato da Zaha Hadid nel centro di Seul, vicino alle costruzioni in stile tradizionale, o con la nuova Lotte World Tower, che grazie ai suoi 555 metri è il quinto più alto edificio al mondo. I giovani sono il motore che alimenta questa corsa: ragazzi che sognano un lavoro alla Samsung o alla Hyundai, colossi che garantiscono stipendi superiori alla media; che sono attenti al giudizio altrui e anche per questo prestano molta attenzione ai vestiti e alla forma fisica (raro vederne qualcuno sovrappeso); che, addirittura, considerano normale ricorrere alla chirurgia estetica, magari come regalo per la fine delle scuole superiori, al punto che in Corea del Sud le cliniche si moltiplicano e attirano clienti dall’estero. Ma anche ragazzi che cercano una sempre maggiore socializzazione, testimoniata dall’esplosione dei coffee shop nel Paese, 50 mila secondo alcune stime, cioè più dei McDonald’s nel mondo.
    Di fronte a questo quadro è anche più facile capire perché nelle settimane scorse il gradimento del presidente Moon Jae-in sia sceso sotto il 60% per la prima volta dalla sua elezione. Conviene guardare anche alla società, quindi, per capire come sbrogliare la matassa diplomatica.

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  3. Provo nei confronti di Cuba le tue stesse sensazioni. Giuseppe

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    1. Credo capiti a molti, non invento nulla, provo le stesse cose che provano tutti.

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  4. Verdad....
    Valenti Rodolfo

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  5. Santa Fè- Ho fatto la settimana scorsa i biglietti per Cuba, mancano diversi mesi ma lo sprint alle 5 del mattino è già differente, ma il mio è un caso patologico...io mi commuovo solo vedendo su youtube "llegada a sorpresa a Cuba", comincio a guardare i video postati dall'aereo in atterraggio al J.Marti e sono già li..sono io che "forzo" mia moglie per anticipare i tempi e tornare prima del previsto, nessuno si senta offeso ma l'inno nazionale della MIA Cuba lo sento vicino al tricolore.
    AMO CUBA e ho chiesto che le mie ceneri finiscano in quell'isola che mi ha regalato l'amore della mia vita.
    Gracias Milco per mantenere con sacrificio questo splendido blog.
    Te quiero hermano.

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    1. Nessun sacrificio ne per questo blog, ne nella vita di tutti i giorni.
      E' un piacere che condivido volentieri con voi.

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  6. milco pienamente daccordo cuba è quella che hai descritto io vado e sono sposato il motivo principale è quello che dici e lei va be logico ciccio simone il romagnolo

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    1. Ma sai ognuno ha le sue motivazioni come possiamo notare coi nostri clienti di M&S.
      Alla fine tutti hanno ragione perche' ognuno ha diritto alla sua Cuba.

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  7. sono gianni non mi stanchero mai di dirlo cuba o la ami o la odi, per me quando vado mi sembra di tornare adolescente, e quando sento che qualcuno ci va o e appena stato sento una fitta forte pero mi da la forza di andare avanti fino al prossimo viaggio, sarebbe bello incontrarsi la almeno per una comida ciao a tutti

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  8. Vero però vivere in funzione del prossimo viaggio non sempre è la cosa migliore da fare.

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  9. hola! sono d'accordo con te, la isla non è solo bollo e lo afferma uno dei pochi veri monger europei. Ci sono tante altre cose i rapporti con le persone, la habana che è la città più affascinante di tutto il continente americano quando ci passeggio respiro la storia , playas bonitas e poi ci sono le amiche blanquitas que me encantan perchè come ti tratta una cubana ( giustamenet trattata e stimolata $ ) per me non ce ne . chao Enrico

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  10. Giusto per farvi capire che, davvero, viaggia di tutto.
    Questa mattina mi arriva una mail per una conferma di una casa a La Habana.
    Verifico e la tipa non mi pare una nostra cliente, non c'e' alcuna prenotazione a suo nome.
    le scrivo chiedendole se era nostra cliente.
    Risposta; "Grazie della risposta.
    Non ho prenotato con voi, ma direttamente con Case cubane.com.
    Mi hanno inviato conferma di prenotazione ricevuta. E’questa da ritenere come un voucher? Posso stare tranquilla?
    Scusate, mi rendo conto che voi non c’entrate, ma vi sarei grata di una risposta.
    Saluti,"

    Cioe' prenota da altri e chiede a noi se e' tutto regolare.....?!

    VIA IL PASSAPORTO!

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    1. Santa Fè - Oramai questo Blog è una sorta di Ambasciata..lavora e non protestare pelandrun! :)

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    2. Funziona meglio della nostra Ambasciata a La Habana....stai sicuro...

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  11. hihihihi milco no comment via il passaporto ciccio simone il romagnolo

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  12. ambasciata italiana havana no comment è meglio ciccio simone il romagnolo

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  13. l' italia la vedi quello ho detto sopra contro a tutto un imprenditore piccolo o grande gli devono dare la medaglia perchè ama quelo che fa' questa è l' italia cambierà lunedi vamos a ver hihihihi ciccio simone il romagnolo

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  14. Milco condivido tutto quello che hai scritto, infatti il mio ipotetico periodo sabbatico o chiusura con Cuba non è perché si vive male, ma solo perché subentra una certa “noia” dopo un po’ dovuta a mancanza di quelle cose basilari che servono per vivere, e cui soprattutto siamo abituati, come il cibo italiano, la mancanza di poter avere un carro per muoversi, la mancanza di medicine se stiamo male soprattutto i bambini, l andare a fare spesa e trovare i supermercati quasi vuoti, ecc ecc...insomma subentra la stanchezza di dover luchare e sbattersi per ogni minima cosa, anche la più banale...è questo che mi ha stancato...

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