Fra tutti i giorni di una
vacanza i primi 3, per il vostro umile
scriba, sono sicuramente i piu' belli, piu' rilassanti, piu' appaganti.
scriba, sono sicuramente i piu' belli, piu' rilassanti, piu' appaganti.
In quei 3 giorni riesco
sempre a rilassarmi, divertirmi, staccare la spina, estraniarmi dal
resto del mondo.
Il quarto giorno pero'
devo tornare sul pianeta, acquistare la tajeta di internet, andare in
piazza e, anche solo per 10/15 minuti al giorno, connettermi.
Ne farei davvero a meno,
sicuramente se fossi un lavoratore dipendente o un quarantenne
lavativo mantenuto da mamma' la linea italiana me la dimenticherei
per tutta la durata della vacanza, ma...non posso permettermelo per
ovvie e comprensibili ragioni.
Quindi per quei primi 3
giorni esiste solo la linea cubana, inserita in un movil che uso solo
per Cuba.
Normalmente arrivo in
citta' alle prime luci dell'alba da La Habana, trovo sempre facce
sorridenti, anche se un po' assonnate, ad accogliermi.
Per prima cosa disfo la
valigia, compito semplice visto che oramai viaggio con una maleta
poco piu' grande di un trolley da viaggio.
Poi un doccione e mi butto
in branda per 3-4 ore.
La prima mattinata passa
rapida piena di cose da fare.
Subito in banca per
acquistare la marca da bollo per la visa familiar e per cambiare
denaro, poi all'imigration per chiederla la visa.
Quasi sempre ci vuole 1
ora o poco piu' prima che vada a risolvere quella che oramai, viste
le concessioni precedenti, e' quasi una formalita'.
Poi aspetto il mio amico
che renta lo scooter, viene direttamente a casa a portarmelo, solite
firme, pagamento e sono motorizzato.
Nel pomeriggio arriva
sempre qualche amica.
Arriva...dove sa di dover
arrivare.
Quando sono a La Habana,
mentre aspetto davanti al terminal del Viazul che si formi la
macchinata, faccio una serie di telefonate, organizzandomi al meglio
la settimana.
In realta' si tratta
semplicemente di proseguire conversazioni che mai si sono interrotte
durante i mesi che trascorro fuori da quel lato del bloqueo.
In serata solitamente
mangio in casa per poi svenire letteralmente in branda....molto
meglio piuttosto che farlo in giro come, a volte, mi e' capitato
nella maggiore delle Antille.
La mattina seguente ma
direi tutto il giorno seguente e' il momento delle visite ad amici,
abuelos ed altra parte del familion.
Ferme restando le due ore
ludiche pomeridiane...due ore perche' siamo ad inzio vacanza, poi
basta molto meno...
Solitamente la seconda
sera passo da Mario per una buona comida italiana e per salutare un
vecchio amico, di quelli non ce ne sono mai abbastanza.
Nel frattempo al mattino
sono anche andato a correre e se trovo il tempo ho portato Tifon, il
nostro monumentale pastore tedesco, a fare un giro nella zona
sportiva della citta', praticamente nell'ampio spazio verde vicino a
casa.
Nei primi 3 giorni mi va
letteralmente bene tutto; il caldo afoso, l'aria condizionata che in
banca non funziona, la mala forma delle commesse dei negozi, la gente
che ti urta e non si scusa, chi ti chiede l'ora indicando col dito il
polso, quelle a cui apri una porta e manco si prendono la briga di
ringraziare.
In quei 3 giorni sono in
pace con l'universo creato e tutto cio' che lo circonda; in vacanza a
Cuba, nella mia citta', in compagnia di buone amiche che hanno sempre
un loro perche', al sole, senza rompimenti di cabasisi, lavori,
cellulare che ogni 10 secondi ti molesta, appuntamenti, gente che si
aspetta qualcosa da te ecc...
Dura 3 giorni questo stato
di grazia.
Poi non e' che le cose
cambino in modo drastico ma gia' solo il connettermi mi riporta alla
realta', il pensiero sul come vanno le cose in Italia si insinua poco
per volta, le cose che nei primi 3 giorni mi strappano un sorriso non
e' che mi inquietino ma...tendo a sorridere di meno.
La cassiera non mi saluta
e io non la saluto, la gente non ringrazia ed io non apro la porta,
il sole e' caldo e cambio marciapiede.
Cazzate...certo ma tutto
cio' vuol dire che inizio ad integrarmi di piu' con la vita che mi
circonda, la cosa puo' anche essere un bene oppure no, a seconda di
come si vedono le situazioni.
Pero', alla fine di
tutto...sono sempre a Cuba, scusate se e' poco.
CAMBIA IL PAESE MA LA STORIA E' UGUALE.
RispondiEliminaDA "MOLLO TUTTO E CAMBIO VITA"
“Presentiamo questo nuovo articolo con la lucidità che ci vede dopo quattro anni con una mentalità ormai più simile al portoghese che non all’italiano, e come tale daremo una visione della realtà di “mollo tutto e cambio vita“, da fuori.
Dopo i consigli, che l’esperienza ci ha portati a raccogliere e suggerire a chiunque intenzionato ad intraprendere il medesimo percorso e pubblicati sul prezioso sito “Voglio vivere così” (grazie alla disponibilità della redazione), oggi ci focalizziamo su un tema diverso e crediamo altrettanto utile ed importante: l’Italiano all’estero, e per noi ovviamente, l‘Italiano in Portogallo.
In questi anni abbiamo analizzato e cercato di dare più consigli utili possibili su come fare per cambiare vita e risposto gratuitamente e con gioia almeno a un centinaio di mail con richieste di informazioni (e NON di prenotazioni collegate a richieste di informazioni in loco che sarebbero state sicuramente più proficue da ambo i lati…!). Tutto ciò, nonostante i nostri quattro articoli precedenti fossero chiari ed esaustivi.
Molti contatti si sono anche offesi quando non eravamo sinceramente in grado di rispondere a domande sempre più tecniche. Noi gentilmente rimandiamo sempre a uffici competenti per informazioni precise, non per cattiva volontà ma per nostra ignoranza in materia. Due esempi su tutti, una richiesta di informazioni per comprare addirittura un Hotel, in generale nel vasto in Portogallo, con specifiche su prezzi, mutui bancari, ecc…e deleghe a noi, ovviamente gratuite, con invio di curriculum per ricerca lavoro.
Può essere che nei nostri articoli si sia capito male e lo ricordiamo a tutti in questo: Barbara e Fabio gestiscono un piccolo b&b, non assumono personale poiché la gestione é familiare, e non hanno un agenzia di informazioni per i trasferimenti, di qualunque tipo essi siano, o per la ricerca di lavoro, in Portogallo.
Con ciò non vogliamo assolutamente demoralizzare o offendere nessuno, ma abbiamo tristemente constatato che il comportamento dell’Italiano ancora in Italia, e purtroppo di quello che sta arrivando, peraltro a frotte in Portogallo, entusiasta ed abbagliato da un idea di Eldorado che assicuriamo non esserci, è molto spesso di assoluta superiorità e scarsa stima e considerazione di chi già è espatriato e della gente del posto che merita totale rispetto poiché il Portoghese è davvero un grande popolo.
Ed eccoci al consiglio: umiltà, apertura mentale, fiducia ed appunto assoluto rispetto verso tutti… (questo peraltro dovrebbe essere il comportamento normale ovunque…).
Italiani che vi accingete a partire…non arrivate qui pensando di essere più bravi e più furbi tanto da fare le scarpe non solo ai residenti ma agli italiani stessi…ai vostri fratelli!
Il risultato è un pentimento ed un fallimento totali…un ritornare a casa a testa bassa, con la coda in mezzo alle gambe ed un pensiero negativissimo sul meraviglioso Portogallo ed il prossimo in generale!
Ci viene quindi solo più da dire, con rammarico: “Italiani…siate un po’ meno italiani…o anche questa ottima nazione sarà la prossima…Canarie!”.
Siamo certi che chi vorrà capire riterrà molto utile anche questo articolo…Un saluto sincero da questa bella terra.”
www.facebook.com/maravilhadacosta
Barbara e Fabio
Non ho visto la partita della Roma ieri sera ma pare che ci fosse un rigore grosso cosi', da aggiungere ai 2 gol irregolari del Liverpool durante la gara di andata.
RispondiEliminaPer fare buon peso potrei aggiungere il rigore contro la seconda squadra di Torino ma evito di farlo in quanto e' gia stata ampiamente risarcita durante l'ultima giornata di campionato.
Il problema e' che non contiamo un cazzo.
Come ha sottolineato Malago' non solo abbiamo la federcalcio commissariata ma siamo ancora senza governo.
Non a caso nel comunicato contro i dazi doganali che il Trumpo vuole imporre all'Europa su alcune merci c'era la firma della culona tedesca, del fighetto francese e della albionica.
Di italiano nulla.
Non contiamo un cazzo e si vede pure nel calcio...dove per altro i mondiali li vedremo dalla tv.
L'entusiasmo non è eterno. Giuseppe
RispondiEliminaCerto ma non è che oltre i 3 giorni mi rompo le palle....
Eliminahola! per me solo il fatto di stare en la isla e di fare il turista fa stare bene mi fa estraniare dal mondo reale e visto che siamo a cuba siamo fuori in tutti i sensi. Non mi sono mai connesso da una zona wi fi ho solo accompagnato ed assistito allo "spettacolo" preferisco la sala de navegacion de etecsa con i suoi scatoloni. La cosa che più mi stressa è fare acaparamiento de botellones de agua che negli ultimi anni scarseggiano. chao Enrico
RispondiEliminaInvece da quando c'è wi fi gli scatoloni non mi beccano più.
RispondiEliminaEl papa Francisco saludó hoy al exsaltador de altura cubano y recordista mundial de esa especialidad, Javier Sotomayor, al concluir la Audiencia General de los miércoles en la Plaza de San Pedro.
RispondiEliminaJunto a Sotomayor se encontraban el también cubano Luis Enrique Zayas, campeón mundial sub 20 de salto alto, el entrenador Bárbaro Díaz Castro y Fabrizio Donato, exsaltador italiano en la modalidad de largo y triple, quien actualmente funge como capitán de la escuadra nacional de atletismo ligero.
Tras saludar al sumo pontífice, el grupo fue recibido en la sede del Pontificio Consejo de la Cultura por directivos de Atlética Vaticana, organismo deportivo de la Santa Sede.
Passano gli anni e dalla tragedia di Superga ormai sono 69. Quella del Grande Torino è una favola, una leggenda che non muore mai e che affascina grandi e piccini. Ma tenere la fiamma accesa e tramandarne il ricordo ai posteri potrebbe rivelarsi sempre più complicato. Si deve però partire da un presupposto: chi non conosce il proprio passato e non sa da dove viene, difficilmente sa trovare la giusta direzione per il futuro. E se un club come il Torino ha un patrimonio di storia e di valori come quello che si ritrova, ne deve far tesoro, o altrimenti perde tutto quello che lo contraddistingue dal resto del calcio italiano.
RispondiEliminaEcco perché è giusto ricordare e onorare il Grande Torino anche a distanza di tutto questo tempo, anche se quei pochi legami che il mondo aveva con quella squadra, come Sauro Tomà o Carla Maroso, ci hanno fatalmente lasciato. Il Toro deve preservare la sua diversità e la sua storia, che non è solo il Grande Torino. Lo si fa passando da ogni singola partita della domenica ma lo si fa anche completando il Filadelfia, coinvolgendovi maggiormente i tifosi e rendendolo fulcro della vita del club e di chi lo ama. Lo si fa, con un club che sappia spiegare ai nuovi arrivati che cosa è il Torino e cosa significhi vestire una maglia che ha un peso diverso rispetto alle altre. Per rispettare il passato, credere nel presente e lottare per il futuro.
Gianluca Sartori
Santa Fè - Giornata malinconica e triste, non si può descrivere diversamente il nostro 4 Maggio, rivedendo le immagini dell'epoca, e dopo aver letto tutto su questi ragazzi, non posso non pensare allo shock e al dolore dei familiari e di tutti coloro che vissero quel trauma.
RispondiEliminaSon diventato granata per la loro storia.
Onore agli invincibili.
Piove su Torino e sul Colle, come ogni 4 maggio.
EliminaOggi perpetueremo il nostro rito laico in memoria della piu' grande squadra che abbia calcato i campi di calcio.
Il primo segnale di rinascita del paese dopo gli orrori della guerra.
Qualcuno sostiene che siamo legati al passato ma oggi dove tutti chiedono e invocano pulizia, trasparenza, giustizia, rispetto dei valori, fedelta' cosa c'e' di piu' attuale del Grande Torino?
Quest'anno Sauro Toma' che non era partito per Lisbona a causa di un problema al ginocchio, ha finalmente raggiunto i suoi compagni.
Elena Maroso ha riabbracciato il suo sposo perso quando aveva poco piu' di 20 anni.
Sicuramente a sbirciare gli invincibili, si vedra' sbucare anche l'inconfondibile baffo del Mondo.
Perché ancora oggi il mondo intero ricorda con orgoglio ed ammirazione le gesta di quella squadra di Invincibili, perché il Grande Torino non è mai morto, è solo in trasferta.
Santa Fè - Per chi non scorda.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=nSXd8FIbTC4
Una città intera si ferma: è il 4 maggio, 69° anniversario della Tragedia di Superga che spense per sempre la parabola del Grande Torino. Una giornata speciale per la Torino granata, ma non solo, nel ricordo di una squadra che è ricordata e rispettata ovunque in Italia e nel mondo. Alle 17.03 del 4 maggio 1949, il G-212 di ritorno da Lisbona si schiantava contro il terrapieno della Basilica di Superga, spegnendo le vite dei 31 viaggiatori a bordo e cambiando per sempre le sorti della società granata e del calcio italiano.
RispondiEliminaLa giornata di commemorazione si aprirà già dal mattino: il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata (situato a Grugliasco presso la struttura di Villa Claretta) ha istituito un’apertura straordinaria, dalle 10.00 alle 13.30 con ultimo ingresso alle 12.30, per permettere ai visitatori di osservare i suoi rari e preziosi cimeli, alcuni dei quali raccolti proprio tra i resti dell’aereo del Grande Torino subito dopo la tragedia. Al cimitero Monumentale, l’architetto Cappellari, creatore del monumento dedicato agli Invincibili, parlerà del monumento presso lo stesso monumento dalle 10 alle 11 e dalle 14.30 alle 15.30.
Il Torino di Mazzarri ha in programma un allenamento al Filadelfia a porte chiuse. Al termine della seduta, squadra e società al gran completo si dirigeranno sul colle di Superga, per assistere alla messa in suffragio dei caduti di Superga che avrà inizio alle ore 17, officiata da don Riccardo Robella (qui la sua intervista ai nostri microfoni, alla vigilia del 4 maggio). Al termine della commemorazione, che durerà circa un’ora, tutti si sposteranno sul retro della basilica, dove sorge la lapide con i nomi dei 31 caduti, che come da tradizione saranno letti dal capitano. Toccherà ad Andrea Belotti, per la seconda volta dopo quella del 2017. Sul piazzale dove sorge la Basilica sono attese migliaia di persone.
Nel frattempo, in città, il Filadelfia aprirà le sue porte, dalle 16.15 alle 20, al fine di permettere ai tifosi che non avranno la possibilità di salire sul colle di Superga di riunirsi per commemorare il Grande Torino. Infine, la giornata si concluderà con la Mole Antonelliana che si tingerà di granata. Grazie alla collaborazione tra la Città ed il Torino FC, la cupola dell’edificio simbolo di Torino – come già accaduto nel 2016 e nel 2017 – avrà un’illuminazione speciale in onore del Grande Torino, squadra che ha dato lustro a tutta la città.
Pace ai guerrieri del mitico Turin, Superga rappresenta una ferita mai sopita è un triste ricordo di splendidi atleti e campioni.
RispondiEliminaPossano riposare in pace, con Dio e in Paradiso.
Come diceva Billy Joel
EliminaONLY THE GOOD DIE YOUNG...