Come vi raccontavo la
settimana scorsa mantenere cani costa, anche a Cuba.
Forse meno che in Italia,
non molto meno visto che e' totalmente assente il cibo specifico per
loro, comunque mantenere gia' due cani, come fa la mia familia, ha il
suo bel gasto.
Cerco sempre di lasciare
qualcosa ma la famiglia non vuole mai nulla, dicono che ci pensano
loro, pero' nel caso dell'arrivo di un terzo eventuale cane di grossa
taglia sono riuscito a convincerli che...avrei pensato io a...tutto
il pacchetto.
Ottenuto l'ok dalla moglie
del boss che, ripeto, adora ed e' adorata dai cani ma e' poi quella
che se li deve puppare ogni giorno, ho iniziato a pensare a quale
cane avrei voluto prendere.
Las Tunas non e' La
Habana, non esiste una Calle Obispo dove i venditori di cachorros si
ritrovano con i loro cuccioli.
A Tunas o conosci qualcuno
che ha una cucciolata oppure c'e' un tizio che, in condizioni
igieniche precarie, vende cachorros nella piazza culturale.
Quale razza di cane
prendere?
Avendolo avuto tanti anni
fa mi e' venuta la malsana idea di cercare un cucciolo di Siberian
Husky, perfetto per il clima cubano essendo, in natura, predisposto a
tirare slitte in mezzo alla neve.
Dietro lo stadio piccolo
della pelota c'e' un tipo de la seguridad dello stato, mezzo parente
de la familia, che ne ha 2 belli grossi a guardia del patio, ma di
cachorros neanche l'ombra.
Alla fine il tipo che
vende cuccioli nella piazza culturale e' apparso con un cucciolo di
Husky bianco, una razza leggermente diversa da quella originale ma
bellissima.
Il tipo tiene 5/6 cani di
razze differenti nella stessa gabbia, sotto il sole, in attesa di
compratori, non il massimo dal punto di vista igienico.
L'epilogo di tutta la
faccenda mi ricorda che avrei dovuto lasciare perdere in attesa di
situazioni migliori, pero' mi fermavo in citta' pochi giorni e non
avevo tempo di aspettare.
L'ho preso
pagandolo...come spesso mi ricordava la sciura l'equivalente di 3
ojas arrozeras.
Uno spettacolo di cagnetto
come potete vedere.
Lo tenevamo
alternativamente nelle due case, era troppo piccolo per fargli fare
la pentavalente, forse era anche troppo piccolo in generale.
Decido, facendo una
cazzata immane, di accelerare la conoscenza con Tifon, avendo un
Beagle che ha la stessa bonta' di Madre Teresa di Calcutta, commetto
l'errore di pensare che tutti i cani siano come lui.
Faccio entrare in casa
Tifon mentre il cachorro e' fra le mie ginocchia, Tifon lo vede e gli
si avventa addosso, metto la mano per proteggerlo e Tifon mi pinza il
mignolo, le donne di casa acchiappano il bestione e lo portano fuori.
Una scena degna del
miglior Lino Banfi...
Una cazzata mia appunto,
Tifon difendeva il territorio e ci sarebbe voluto tempo perche'
accettasse un nuovo compare.
Propongo come nome, visto
gli antecedenti Sovietici, “Sacha” e qua' iniziano i primi
problemi...culturali.
Intanto mi chiedono se
sono sicuro che si tratti di un nome da macho....visto che finisce
con la A....poi ci sono i problemi di pronuncia.
In Italiano si pronuncia
“Sascia” ma per il cubano la pronuncia della “sc” e' ostica
quindi il cane viene chiamato “Sacia”, “Ciacia” “Ciasia”
e via discorrendo.
Non si puo' fare.
Dico allora a loro di
trovargli un nome, optano forse per usarmi una cortesia, per Birillo
come il mio Beagle che, ovviamente, visto che la doppia consonante e'
un fattore misterioso per i cubani si trasforma in “Birilo”.
L'ultimo giorno prima
della mia partenza per La Habana il piccolo inizia ad avere problemi
di diarrea, non sta' benissimo, lo portiamo dal veterinario che ci
azzecca poco e non ha neanche i mezzi per azzeccarci.
Parto preoccupato.
Infatti 3 giorni dopo il
mio rientro in Italia mi chiamano per dirmi che....non ce l'ha fatta.
Evidentemente non era
destino.
Multato per aver regalato la panna sulle coppette. Cinquecento euro e spicci di multa per uno scontrino fiscale da quattro invece che da quattro euro e cinquanta centesimi. La notizia del gelataio torinese castigato dalla Guardia di finanza è circolata per un giorno intero tra pagine social, articoli di giornale, tv e radio nazionali. A tutti Cristian Ciacci, una carriera ventennale nel suo negozio di corso Belgio, in Vanchiglietta, ha raccontato grosso modo la stessa storia. «Quando i finanzieri sono arrivati alla cassa, lo scontrino dell’ultimo cliente era ancora sul bancone. Mancava solo l’importo extra per l’omaggio».
RispondiEliminaAdesso, però, il caso della multa per la panna rischia di finire in un fascicolo della procura di Torino. Perché i finanzieri non hanno affatto apprezzato le sue esternazioni e, riascoltati gli uomini che hanno eseguito il controllo, hanno deciso di denunciare Ciacci per quella che - a sentire loro - sembra avere tutta l’aria della calunnia. Se battaglia sarà, insomma, si svolgerà nelle aule di tribunale. Per ora parlano i verbali, che sono due: quello rivolto al commerciante e l’altro, relativo al cliente.
Succede tutto martedì scorso. Poco dopo le tre del pomeriggio, due finanzieri fermano un pensionato che si sta allontanando dalla gelateria con due coppette. Alla richiesta di esibire lo scontrino, lui scuote la testa: «Non ce l’ho». Altri due colleghi sono all’interno e chiedono spiegazioni al titolare. Che, a sua discolpa, mostra un documento fiscale di 4 euro. «In realtà, lo scontrino esibito risultava essere stato emesso dopo il controllo e l’accesso dei militari per la contestazione» chiariscono in una nota i militari.
Inevitabilmente, in vent’anni di carriera, non è la prima volta che i finanzieri varcano la soglia della gelateria di corso Belgio. I controlli ritrovati negli archivi di corso 4 Novembre, prima di martedì, sono tre. E tutti hanno dato lo stesso esito: mancata emissione di documento fiscale. Sono molti di più, invece, gli esposti raccolti dai finanzieri anche attraverso segnalazioni telefoniche al 117. Cristian Ciacci, però, tira dritto e non cambia idea. «In passato posso anche aver sbagliato, a chi non capita di dimenticare uno scontrino, ma questa volta ho ragione». E quei commenti su TripAdvisor, dove sono gli stessi clienti a lamentare il vizio di non battere le ricevute? «Li scrivono i concorrenti: sono gelosi del nostro successo». Perché, allora, non fare ricorso? «Non ho altro tempo da perdere. Alla fine, anche se non è giusto, pagherò quella multa».
L'inizio è esplosivo, una bomba sonora lanciata in mezzo al pubblico dello Stadio Olimpico di Torino: "Cosa succede in città", in una versione esplosiva, superrock, anzi ai limiti del metal, tanto per rendere chiaro che, per quanto lui stesso si senta cantautore, la storia da raccontare qui è un'altra. Vasco Rossi ha iniziato così, con il ritmo serrato e il suono elettrico della sua nuova band, la prima data ufficiale (dopo quella di prova a Lignano Sabbiadoro) del suo nuovo tour, ennesima tappa di quella rinascita che lo sta vedendo protagonista da qualche anno e che ha toccato il vertice nella straordinaria kermesse di "Modena Park".
RispondiEliminaQui le cose apparentemente sono più "piccole", il gigantismo di Modena era una volta e per tutte, ma non è che Vasco abbia deciso di giocare di rimessa, anzi. Lo dichiara apertamente con "Cosa succede in città", brano che ha molti anni sulle spalle ma che è tornato prepotentemente di attualità e che Vasco rilegge mettendo l'accento sulle chitarre, sulla potenza, sul rock. Rock, senza mediazioni, per buona parte delle due ore e mezza di concerto, rock che non vuole confondersi con altro, che non cerca di prendere la via delle mode o delle apparenze, rock che Vasco propone alla sua maniera, con la sua classica e ormai inattaccabile formula. Già, ma è difficile definire "formula" quello che va in scena a Torino, per quanto siano note le canzoni, per quanto la gente le canti in coro, per quanto inevitabili siano alcuni classici che il Blasco "deve" suonare perché fanno parte del rito. No, Rossi alle formule ci tiene poco, oggi. Non è più tempo di pop, tanto meno di dance, gli anni Novanta sono lontani, il Vasco del "rinascimento" non vuole più negarsi nulla di quello che ama, ovvero emozioni, energia, passione.
Così le canzoni, anche quelle più note, sono spesso "vestite di nuovo", complice una band che ha dentro due elementi inediti, Beatrice Antolini, cantante, multistrumentista, una vera forza della natura, e il bassista Andrea Torresani, che è stato catapultato nel tour all'improvviso, dopo che il bassista della band Claudio Gulinelli è stato ricoverato in ospedale a Udine, ma che nonostante le pochissime prove si muove con tale sicurezza da sembrare da sempre un componente della banda. Una banda che si è andata rinnovando negli anni ma che ha il suo centro nella straordinaria forza di Stef Burns, attorno al quale gira tutta la musica, vero contraltare di Vasco in scena.
E poi c'è lui, Vasco, con i suoi gesti, i suoi vestiti, le sue parole, le sue urla e la sua melodia, cose che abbiamo imparato a riconoscere e che sono parte integrante di un modo di fare musica che non conosce eguali nel nostro paese. Se è vero che di "rinascimento" si tratta, il concerto del nuovo tour lo mette in scena al meglio, bandendo tutti i trucchi e lasciando che a parlare sia solo e soltanto la musica. Rock, dunque, anche quando l'atmosfera si fa più intima, e Vasco sa di cantare direttamente ad ogni singola persona, in un medley acustico che fa brillare mille luci nello stadio. Rock, quando cita i Metallica e spazia tra passato e presente, tra canzoni che hanno anche trent'anni sulle spalle e brani che sembrano scritti giusto ieri. Rock, ovvero un modo di fare le cose, il suo modo di fare le cose, quello straordinariamente scanzonato e vivo che lo ha contraddistinto negli anni, quello romantico e personale delle canzoni in cui si mette a nudo, con tutti i suoi difetti, quello spaccone che ancora sa mettere in scena come solo lui sa fare. Due ore e mezza non bastano di certo a raccontare tutta la storia, ma a dire il vero alla moltitudine che affolla lo stadio, ai ragazzi che si abbracciano, a quelli che urlano, a quelli che piangono, basterebbero anche soltanto le quattro canzoni del finale, imbattibili, una dopo l'altra, "Siamo solo noi", "Vita spericolata", "Canzone" e "Albachiara" per perdere completamente la voce cantando. E celebrare ancora una volta, nell'enormità di uno stadio, la possibilità di essere una cosa sola, tutti insieme, con Vasco Rossi.
RispondiEliminaNoooooooo che bello è? Pobrecito...due anni fa comprai all'Havana un cachorro di labrador bianco, adesso è diventato un cavallo, sta a Bejiucal nel campo dove vive la suegra, purtroppo per chi vuole tenere un cane nel migliore dei modi (vaccinazioni, cibo, ecc) Cuba non è il max, soprattutto per cani di razza che sono più delicati rispetto ai cani de la calle che mangiano anche i sassi.
RispondiEliminaHo sbagliato io
EliminaIl veterinario mi aveva detto di non comprare dal tipo ma due giorni dopo andavo via e ho fatto tutto in fretta.
LA FINE DEI MITI
RispondiEliminaUna coppia di turisti tedeschi, un uomo di 40 anni e una donna di 35, originari di Friburgo, e’ stata denunciata a piede libero dalla polizia di Stato a Capri con l’accusa di furto in concorso ai danni di un operaio napoletano. Il fatto e’ accaduto su un aliscafo di linea da Napoli a Capri. La vittima, che si stava recando sull’isola per lavoro, all’arrivo a Capri si e’ accorta di non avere piu’ il portafogli con all’interno circa 50 euro. Immediatamente ha fermato una pattuglia di poliziotti del commissariato diretto dal vice questore aggiunto Maria Edvige Strina che si trovava in servizio di controllo al porto di Capri, segnalando l’accaduto e indicando coloro che riteneva fossero gli autori del furto. Alla vista degli agenti i due turisti hanno tentato di disfarsi del portafogli gettandolo in un cassonetto dei rifiuti. Portafogli che e’ stato subito recuperato e consegnato al legittimo proprietario che ha presentato regolare denuncia, mentre la coppia e’ stata deferita all’autorita’ giudiziaria.
Al giuramento del governo Conte al Quirinale c’era anche Rocco Casalino, neo-portavoce del premier, nonché responsabile della comunicazione dei 5 Stelle. L’ex concorrente del Grande Fratello che è gay dichiarato si è presentato al ricevimento con il suo fidanzato cubano. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il compagno di Casalino è arrivato in Italia quattro anni fa proprio per stare con lui.
RispondiEliminaCasalino, che a detta dei bene informati sarebbe potentissimo e influentissimo negli ambienti grillini, ha manifestato la sua soddisfazione per la nascita del governo giallo-verde ma non ha nascosto le sue preoccupazioni: “Mi pare di avere il mondo sulle spalle, come Atlante – ha detto – Ma ho cento vite e ricomincio. Ogni processo che ho fatto è stato come smontare il motore di un aereo, analizzare il fegato di una persona”.