Questo non vuole essere un
pezzo triste, voglio semplicemente rendere omaggio a 3 amici fra le centinaia
conosciuti a Cuba, amici che non ci sono piu'.
Mi ero ripromesso da tempo di fare
questo piccolo omaggio personale, in questa estate di viaggi, caldo, mare,
palestra e lavoro credo si possa fare.
Karry era un inglese
trapiantato a Roma da decenni, c'era arrivato per motivi di lavoro ma poi, come
e' accaduto a molti, si era innamorato della citta' eterna e non l'aveva piu'
lasciata.
Si era sposato, poi separato,
aveva fatto un paio di figli che, pur essendo oramai grandi, non si erano
ancora sistemati, questo rappresentava uno dei suoi crucci piu' grandi, infatti
continuava ad aiutarli economicamente.
Viveva, in Italia, in una
grande villa su una via consolare e aveva anche un bel appartamento con vista
Colosseo che affittava a gente dell'Onu o comunque a personaggi di livello,
quell'affitto gli consentiva di vivere agiatamente a Cuba.
Ci eravamo conosciuti
virtualmente grazie ad un forum che avevo creato, erano gli anni in cui i forum
su Cuba funzionavano davvero.
Durante la mia sola vacanza di
2 mesi, l'ultima settimana non ne potevo piu' dell'oriente de Cuba e decisi di
andarlo a trovare a La Habana.
Passammo insieme una
bellissima settimana, mi divertiva questo inglese sessantenne con la frangetta
bianca e l'accento romanesco.
Aveva, in fatto di donne,
gusti colorati, viveva in un appartamento al Vedado.
Venne poi un paio di volte a
Tunas a trovarmi, gli trovai da dormire e cercai di andare incontro...ai suoi
gusti colorati.
Non ci siamo mai persi di
vista, negli ultimi periodi restaurava appartamenti, sempre al Vedado, per poi
rivenderli a stranieri facoltosi.
Un brutto male se lo e'
portato via, in silenzio.
Adriano era un ligure, anche
lui sessantenne di Monterosso, cinque terre.
Faceva parte di quella
fortunata categoria di abitanti di quei luoghi che, grazie al romanzo di un
americano, si erano visti invadere da turisti di tutto il mondo.
Da contadini che erano si sono
inventati imprenditori di successo.
Aveva un ristorante che dava
in gestione e alcuni appartamenti che affittava nei mesi estivi, grazie ai
quali faceva la bella vita a Cuba nei mesi invernali.
Gran chiacchierone, raro per
un ligure, lo ascoltavo volentieri, a volte le sparava grosse ma faceva parte
del personaggio.
Mi invitava a mangiare da lui,
riusciva a far entrar nel paese di tutto, dalle acciughe al verde, ai salami,
al pesto fatto in casa alle trenette.
Aveva una bella fanciulla a
Guaimaro, le aveva fatto una gran casa, l'aveva invitata in Italia ogni estate
per anni fino al matrimonio con invito definitivo.
Le cose poi non erano andate
bene, forse proprio quella forte delusione era stato il fattore scatenante del
brutto male che se lo e' portato via, anche se sono cose che nessun dottore
dira' mai.
Pedro era un poliziotto di
alto livello che aveva prestato servizio anche a Torino negli anni di piombo,
non posso dire che si era proprio amici ma era una dei pochi italiani di Tunas
con cui mi fermavo a parlare sempre volentieri.
Vestiva colorato; un giorno
tutto blu, quello dopo tutto rosso, poi viola ecc...
Doveva aver preso una gran
bella liquidazione e aveva una pensione davvero importante con la quale aveva
costruito la casa che vedete nella foto di copertina, fra l'altro vicino a casa
nostra.
L'ho visto a dicembre, davanti
a Dona Neli, avevamo chiacchierato una buona mezzora, era stufo di Tunas e
voleva cambiare aria.
Due giorni dopo il mio rientro
in Italia, una mattina, non si e' piu' svegliato.
Non so bene a chi sia andata
la casa, so solo che per riavere il corpo la famiglia ha dovuto spendere cifre
a 4 zeri.
Amici che non ci sono piu' con
cui ho fatto un po' del mio cammino, alla fine non e' importante come ce ne
andiamo, chi piu' chi meno si muore tutti soli come degli stronzi.
Pero' loro se la sono goduta
davvero, sono convinto che Cuba sia stata una pagina importante della vita, che
e' la sola che ci viene concessa e va vissuta a piene mani.
DI PAOLO BARNARD
RispondiEliminaUno legge un titolo di giornale, come sul The Guardian di Londra, 1 gennaio 2017, e pensa: calma, sarà poi vero? Dopotutto è solo un giornale. Il titolo era:
“Pazienti che potevano vivere stanno morendo”. Sottotitolo: “La Sanità greca si è disintegrata. Atene ostinatamente insiste con le Austerità che costringono il sistema sanitario a bastonare i più deboli”.
Uno poi legge le dichiarazioni di Michalis Giannakoz che dirige la Federazione Panellenica dei dipendenti ospedali pubblici, e pensa: e se è un’opinione interessata, quindi di parte? Eccola:
“I nostri ospedali sono diventati pericoli pubblici”.
Ma quando è l’OCSE a scrivere questo, uno inizia a sentirsi a disagio:
“Dall’anno della crisi globale, il 2009, la spesa greca per paziente si è ridotta di 1/3, ma addirittura nel 2014 si rileva che la spesa pubblica generale nella Sanità greca si è dimezzata, sono stati licenziati 25.000 medici e personale e le forniture ospedaliere oggi mancano di farmaci, guanti, garze e persino lenzuola”. (immaginate sale chirurgiche e oncologie in quelle condizioni, nda)
Nel dicembre del 2016 sulla porta dell’ufficio dello (svenduto prezzolato traditore della Grecia sovrana, nda) Alexis Tsipras, i dimostranti appesero questo cartello: Il Ministero della Sanità ha traslocato a Bruxelles.
Il paradosso persino troppo orribile da contemplare è che mentre le Austerità UE + FMI facevano crollare del 25% il PIL greco, ovviamente sempre più cittadini perdevano accesso alle cure e si precipitavano nei Pronto Soccorso di strutture già ‘sprofondate in Sudan’, dove, scrive sempre l’OCSE, talvolta gli infermieri non si disinfettano le mani perché… proprio non c’è il sapone. Ma per 2.500.000 greci non è più esistita neppure l’opzione del Pronto Soccorso.
Uno poi decide che prima di dire che il bail-out UE+FMI della Grecia distrutta dall’euro dovrebbe costituire fascicoli per un processo alla International Criminal Court dell’Aia per tentato genocidio, uno vuole proprio essere certo, e fa l’errore di leggersi non i link di Google, ma ciò che pubblica la Torre d’Avorio dell’autorevolezza scientifica internazionale.
Uno allora scorre le righe di “Le Austerità hanno devastato la Sanità greca” dalla Medical School della Washington University: “Dal 2010 al 2016 (gli anni del bail-out, nda) la mortalità in Grecia è triplicata (dal 5,6% del periodo 2000 al 2010, al 17.7% 2010-2016). Ciò è scioccante perché è triplicata rispetto al resto della UE, dove invece la mortalità sta calando”. E peggio: “E’ risultato che le cause dei decessi anormalmente aumentati sono patologie che un normale Sistema Sanitario poteva prevenire, non fosse stato per i drastici tagli”. In altre parole: questa marea di vittime ci ha lasciato le penne non perché hanno aumentato il fumo o guidavano senza cintura, ma perché a Bruxelles si è detto “Nel vostro libro contabile noi vogliamo vedere –10 + 10 = 0, poi quei cadaveri non sono problema nostro”.
Uno allora prima di rispondere a Gentiloni, che oggi fa “chapeau” a Tsipras, si ricorda che la più autorevole rivista medica del Pianeta, il The Lancet, già nel 2014 aveva denunciato le Austerità come un genocidio dei deboli in Grecia, e uno torna a vedere se il The Lancet ha per caso scritto altro nel 2018. Ed ecco:
“Epidemia di tubercolosi fra i neonati greci” –
“Balzo di suicidi direttamente correlati alle Austerità” –
“La mortalità anzi tempo degli over 70 non trova nessuna motivazione accidentale o per comportamenti a rischio, e ricalca esattamente lo smantellamento del Sistema Sanitario greco col governo di Alexis Tsipras” –
“Le donne in Grecia hanno sofferto il peggior aumento di mortalità nel Paese, mentre nel resto d’Europa le donne al contrario vivono più a lungo”.
E, in conclusione, gli studiosi ci lasciano questo:
“Assieme alla Grecia e Cipro, altre nazioni della UE, fra cui la Spagna, il Portogallo, l’Italia e l’Irlanda, sono state costrette alle Austerità o hanno ricevuto i bail-out, misure che hanno danneggiato i loro Sistemi Sanitari… In Irlanda il tasso di suicidio fra i maschi è aumentato di più del 50%…
MASSIMO GRAMELLINI
RispondiEliminaIl balordo di turno è un nigeriano regolare di 36 anni. Nelle immagini catturate dal telefonino lo si vede barcollare tra gli autobus della stazione milanese di Lampugnano, il coltello in una mano e la bottiglia di birra (forse non la prima) nell’altra.
Un poliziotto sguaina la pistola e gli intima di gettare l’arma, ma il balordo non lo ascolta neppure e commette l’errore di voltarsi. Un attimo e l’agente gli è alle spalle, pronto a stenderlo con la più primitiva delle arti marziali, lo sgambetto. Ci si sente ben rappresentati e protetti da una polizia che stende i balordi di turno con uno sgambetto. Naturalmente non sempre è possibile cavarsela così. Probabilmente il «taser» che immobilizza l’aggressore avrebbe reso ancora più sicura l’operazione. E certamente gli sceriffi del web deprecheranno queste timidezze da europei esangui, invidiando gli americani che risolvono il problema alla radice con una raffica di proiettili. Ma alcuni politici hanno appena sostenuto che senza libertà di tortura le forze dell’ordine non riuscirebbero a fare bene il proprio lavoro. Il poliziotto di Lampugnano ricorda anche a loro che si può essere professionali rimanendo umani. Purtroppo il balordo risulta essere già di nuovo a piede libero, perché noi italiani siamo maestri nell’usare le leggi per farci lo sgambetto da soli.
Olá , ótimo post. Há algum problema em copiar em meu site , com link para seu blog ?
RispondiEliminaNessun problema
EliminaA chi è andata la casa di Pedro? È bella. Giuseppe
RispondiEliminaBella domanda.
EliminaMi informò a ottobre.
Era divorziato da una cubana.
Aveva assunto la sua compagna come collaboratrice domestica giusto perché non mettesse le mani ovunque.
🤔p68
RispondiEliminaCome direbbe il poeta ora dormono, dormono sulla collina. P68
RispondiEliminaUn sonno lieve...
RispondiEliminaChe noia quelle domeniche tristi dell’adolescenza in cui le partite cominciavano tutte alla stessa ora e c’era un solo modo di seguirle in diretta, la radiolina, appesi alle voci di Ameri, Ciotti e Bortoluzzi. Oggi ho il televisore rotto e nel pomeriggio andrò a godermi Juventus-Lazio a casa di un mio conoscente che è abbonato a Sky, ma non a Dazn. Così per Napoli-Milan mi trasferirò a cena da un caro amico che ha Dazn, però anche il wi-fi più lento del mondo: sul suo computer è appena cominciato il secondo tempo della partita di sabato scorso. Forse ho cambiato idea. Andrò da mio cugino, che ha Dazn e, possedendo un decoder di Sky, si ostina a volere vedere la partita di Dazn sul televisore, ma non riesce a vedere nulla perché per poterlo fare dovrebbe comprare il nuovo decoder Sky Q, sfornato per l’occasione. A pensarci bene, non so ancora dove vedrò Napoli-Milan, né se la vedrò. Eppure la pubblicità mi ha spiegato che da quest’anno il sistema è cambiato in meglio e non può essere che così. Fino all’anno scorso pagavo una cifra per vedere soltanto tutte e dieci le partite di campionato. Adesso, pagando la stessa cifra, ne posso vedere ben sette. Per le tre rimanenti, tra cui per fortuna la più importante, ho l’opportunità straordinaria di sborsare altri soldi. E sono iniziative come questa che favoriscono la crescita del Paese.
RispondiEliminaMi sa che domani sera opto per la decrescita felice e ascolto Inter-Torino alla radio
FRATELLO GRAMELLINI
Por favor, deixe-me saber se você estiver procurando por um escritor para seu blog.
RispondiEliminaVocê tem alguns conteúdos realmente maravilhosos e sinto que eu seria uma boa
aquisição. Se você quiser eu gostaria de escrever algum material
para o seu blog em troca de um link para o meu. Por favor me envie um email se estiver interessado.
Obrigado !
Di quale blog parliamo?
Eliminahola! almeno dovrebbero essersi divertiti prima di morire cosa che la grandissima maggioranza degli sfortunati itaglians non potranno mai fare. Certo con meno età è meglio ma in ogni caso se erano ancora marcianti hanno fatto il loro. chao Enrico
RispondiEliminaSi se la sono goduta davvero fino alla fine.
RispondiEliminaDa persone vere non da vecchi rincoglioniti.
Da novembre sui voli Ryanair il bagaglio a mano dienterà un extra a pagamento. A bordo saranno ammessi - gratuitamente - solo borse e zaini di piccole dimensioni. Trolley e valigie devono essere imbarcati in stiva a pagamento o possono essere portati sull'aereo solo con l'acquisto dell'opzione di imbarco prioritario. Dopo questo ulteriore cambiamento sulle regole dei bagagli a mano, si scatenano ironia e critiche sui social, ma su Twitter c'è anche chi sostiene la compagnia irlandese low cost difendendo la nuova scelta e invitando chi dissente a rivolgersi semplicemente ad altri vettori
RispondiEliminaSono curioso di vedere se easy jet la segue a ruota...per me scelta commerciale sbagliatissima
EliminaAndrea M.
Prendono grano ovunque possono...
EliminaINTER (3-4-3): Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Skriniar; Vrsalijko, Brozovic, Vecino, Asamoah; Perisic, Icardi, Politano.
RispondiEliminaTORINO (3-5-2): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Moretti; De Silvestri, Meite, Rincon, Soriano, Ansaldi; Iago Falque, Belotti.
1-0 Inter
RispondiElimina2-0 facciamo letteralmente pena
RispondiEliminaA me ha messo tristezza infinita questo bellissimo post ,neanch'io sono più tanto giovane e tutto sommato non è che abbia avuto per diverse ragioni una vita serena e mi rendo conto che è un attimo e via....ai 3 amici sicuro sarebbe piaciuto come ricordo,
RispondiEliminaSaluti a tutti
Andrea M.
Era bella gente.
EliminaPeccato che fra tutti gli sfigati che infestano Cuba sia toccato proprio a loro.
2-1 Gallo
RispondiElimina2-2 Meite
RispondiEliminaBel secondo tempo. Spero che si cestini il 532 e Mazzarri la smetta di aver paura.
RispondiEliminaLo zingaro dietro le due punte SEMPRE!