In questi anni e' capitato a
molti di leggere storie riguardanti la negazione di permesso di uscita dal paese a professionali cubani prima che questi abbiano prestato servizio, per
il proprio paese, per un periodo di alcuni anni.
Facevi l'invito a una dottora
e la cosa non aveva un buon finale proprio perche' la dottora stessa, mi pare
per almeno 5 anni di servizio, doveva restituire al proprio paese tutto quello
che il paese aveva fatto per lei.
La cosa e' piuttosto semplice,
la matematica non e' un'opinione.
Da noi per poter fare il
medico occorre arrivare da una famiglia decisamente benestante, famiglia che si
sobbarca non solo i costi degli infiniti anni di studi, ma anche il mantenimento
del futuro cerusico fino a 30/35 anni, inclusi gli anni di specializzazione e
magari un master fatto in una location importante.
Detto questo anche lo stato
(io e tutti voi) per la formazione del medico si sobbarca i suoi bei costi, per
magari poi vedere il medico stesso o il ricercatore andare all'estero senza
restituire un pikilino.
A Cuba lo stato garantisce,
agli elementi meritori e con qualche neurone funzionante, la possibilita' di
diventare medici a costi praticamente vicini allo zero, mi sembra il minimo
pretendere che il medico stesso dedichi perlomeno qualche anno del suo lavoro
al proprio paese.
Negli Usa lo stato, a chi non
ha grandi risorse proprie, presta dei soldi per completare gli studi ma poi, a
laurea ottenuta, se non restituisci fino all'ultimo penny ti viene a pinzare
per farti conoscere, dall'interno, il colore dei muri delle patrie galere.
Anche questa e' una formula di
restituzione dell'aiuto ricevuto.
Ricordo qualche paisa' che si
lamentava fortemente di questa scelta del governo cubano, come se si trattasse
di un sopruso o una limitazione della libertà.
Il guajiro del campo si e'
fatto il culo sotto il sole per permettere al fighetto di turno di indossare il
camice bianco, restituire qualcosa mi sembra davvero il minimo.
Lo stesso discorso si potrebbe
fare per gli sportivi cubani anche se, in questo caso, la cosa e' piu'
complicata in quanto girano molti ma molti piu' quattrini.
Pero' quei fenomeni dell'Inder
una soluzione dovrebbero trovarla, tanto in casa non riesci piu' a tenerli
quelli bravi, tanto vale allora provare a cercare una forma di indennizzo che
faccia contenti tutti.
Ho introdotto questo discorso
perche ci sono settori dove, anche da noi, le cose non sono molto differenti.
Ho la palestra a Caselle, fra
i miei clienti ci sono finanzieri, addetti alla sicurezza, elettricisti di
scalo, piloti, assistenti di volo ed hostess.
Da poco si e' iscritto un
sottufficiale dell'aeronautica militare, torinese, dopo l'accademia e un
certo girovagare e' riuscito a...tornare a casa.
Mi spiegava che per molti anni
lo stato formava piloti militari per poi vederli scappare via appena possibile
verso il settore privato, dove i guadagni erano ben piu' consistenti.
Formare un pilota di caccia,
per i 5 anni di addestramento, ci costa 1 milione 200 mila euro, giusto per
capirci.
Le cose sono cambiate e la
cuccagna e' finita.
Oggi la ferma nell'aeronautica
militare e' di 12 (dodici) anni.
Se decidi, per svariate
ragioni di andartene via prima, a prescindere da quanti anni hai gia' di
servizio, non ti viene riconosciuto un giorno di anzianita', a livello
pensionistico sei a zero, neanche l'anno di servizio militare ti viene
conteggiato, se vuoi lo devi recuperare col servizio civile.
Se te ne vai prima di quando
devi lasci tutto, ma proprio tutto, sul piatto.
Non solo.
Il sottufficiale, finita
l'accademia e' stato in una sorta di “prova” per 2 anni dove l'aeronautica
valutava se tenerlo o no, in quei due anni e nei 3 successivi non poteva
sposarsi, pena il congedo immediato.
Come vedete non e' solo Cuba
che vuole vedere qualche ritorno dagli investimenti che effettua, anche da noi,
in determinati settori, quando lo stato investe su di te, occorre restituire
cio' che si ha avuto, altrimenti si deve ripartire da zero.
MASSIMO GRAMELLINI
RispondiEliminaStufa di parlare con i ritratti incorniciati dei parenti, in una mattina della sua novantatreesima estate la signora Ester ha pensato: che cosa posso inventarmi per attirare l’attenzione di un essere umano? Ha chiamato il 113 e ha fatto finta di avere subito una rapina. Il resto appartiene alla cronaca stupefacente di questo Paese a pezzi che non si sbriciola perché continuamente rabberciato da rattoppi di umanità. Gli agenti capiscono subito che la donna sta mentendo, ma anziché andarsene a fare rapporto, compiono qualcosa di rivoluzionario: la stanno a sentire. La solita storia: un’anziana murata viva in una casa gravida di ricordi, senza neanche una vicina o una badante con cui condividerli. E il desiderio, espresso in forma d’implorazione, di essere portata a fare una passeggiata. Gli agenti le offrono un caffè al bar del quartiere, la scortano in chiesa. E, mentre lei prega, trattano col parroco per garantirle il sostegno di qualcuno che vada ogni tanto a tenerle compagnia. Un’Italia antica che riscopre le figure del prete e del poliziotto per colmare le voragini lasciate dall’implosione della famiglia e dalla latitanza dello Stato Sociale.
I vecchi sono tanti, sono soli e sono un problema che non eccita passioni civili. Chissà se qualche personaggio alla moda troverà il tempo di mettersi una camicia rossa anche per loro.
ALTRO CHE LE LADRONES EN BLANCO...
RispondiEliminaMaría Isabel Chorobick de Mariani, detta Chicha, aveva 94 anni. A pochi minuti dalla notizia della morte il suo nome è diventato tranding topic su Twitter.
Se ne è andata senza poter riabbracciare la sua Clara, la nipote che cercava da 42 anni. María Isabel Chorobick de Mariani, per tutti Chicha, è morta a 94 anni a La Plata, in Argentina. Era la fondatrice delle «Abuelas di Plaza de Mayo», l’associazione delle nonne fondata nel 1977 per cercare i nipoti strappati alle famiglie dalla dittatura militare (1976-1983).
I NIPOTI RUBATI
«È stata una donna fondamentale per la ricerca dei bambini e delle bambine rubati dal terrorismo di Stato e un simbolo della lotta per i diritti umani. Cara Chicha, continueremo a cercarli, insieme a tutti i nipoti e le nipoti che mancano», si legge in una nota dell’associazione delle «Abuelas». Si calcola che siano almeno 400 i bambini sottratti e affidati a famiglie di militari. Oltre 120 sono stati ritrovati.
Clara Anahì aveva tre mesi quando nel novembre 1976 fu sottratta ai suoi genitori, Daniel Mariani e Diana Teruggi, due militanti «montoneros», il movimento guerrigliero che combatteva la giunta, assassinati in quel periodo dai militari.
LA LOTTA DI CHICHA
Da allora è iniziata la lotta di Chicha per la verità. All’inizio è stata solitaria: fin dai primi mesi della dittatura sfidò i militari, battendo palmo a palmo ogni commissariato, caserma e centro di detenzione. Il suo coraggio ispirò altre decine di donne, che si unirono nella ricerca dei loro nipoti, sulla scia dell’impegno delle Madres di Plaza de Mayo. Ancora oggi, ogni giovedì, sfilano in silenzio, a braccetto, davanti alla Casa Rosada (il palazzo presidenziale) per chiedere giustizia per i desaparecidos.
LA FALSA SPERANZA
Nel 2015 una giovane si presentò nella sede delle Abuelas sostenendo di essere Clara Anahì, ma il test del Dna risultò negativo. Una doccia fredda che Chicha, che però non si è mai arresa. In una delle ultime interviste, fu quasi profetica: «Sono fiduciosa che la vera Clara prima o poi salterà fuori, anche se io non potrò vederla». Oggi Clara è lì fuori, da qualche parte, privata della sua vera identità. Ma non può piangere per la nonna che non ha mai conosciuto.
Se il costo della laurea non fosse gravato sulla mia famiglia,anche io avrei restituito volentieri qualcosa allo stato. Giuseppe
RispondiEliminaDillo a me...
EliminaPer mantenermi l'Isef facevo 3 lavori...
Da Cuba ora
RispondiElimina[22/8, 17:50] Claudia: Hola
[22/8, 17:50] Claudia: Como estas
[22/8, 17:51] Claudia: Hoy tenemos internet
[22/8, 17:51] Claudia: Están haciendo pruebas aquí para poner ya el internet
[22/8, 17:51] Claudia: Hoy lo pusieron por paquete
[22/8, 17:53] Claudia: Hoy lo pusieron gratis
Ho ricevuto un messaggio simile da una fanciulla conosciuta al mio ultimo viaggio. Sono tutti felici e contenti, io sono contento per loro. Ma penso e ci ripenso cosa resterà di quella cuba di qualche anno fa? Questi rischiano di diventare come noi, lobotomizzati dietro un schermo luminoso. E al parque chi ci sarà più? Dopo che ti sei girato questo paese da turista se ci torni è perché la tua cuba ti ha dato qualcosa che non puoi trovare nel tuo paese, parlo dei rapporti umani! Esci di casa e sai sempre che volendo puoi anche non tornare solo... Finirà che rimarranno tutti a casa a smanettare con i social e a vivere una vita che non è la loro.
EliminaFrancesco
Lo so ma è una strada inevitabile.
RispondiEliminaSe vogliamo dirla tutta è anche giusto così.
Dobbiamo lasciare la Cuba del passato...nel passato e vivere al meglio quella che sarà.
Che ci piaccia o no.
Oppure andarcene.
Santa Fè- Il loro futuro dipende "anche da noi"..evitiamo recargas anche a costo di diventare antipatici. Io per primo dò l'esempio e ho solo la carta sim ricaricabile senza internet.
RispondiEliminaA Cuba come in tutto il mondo il business è sbarcato alla grande, non per aiutare i cubani ma per arricchire i soliti noti, sarebbe stato meglio se avessero dato precedenza al rifornimento delle farmacie.
I giovani cubani sono come i giovani di tutto il mondo e alla fine vogliono le stesse cose
Eliminahola! stanno facendo la prova de la internet con la connessione 3g mi immagino la lentezza visto che è già molto meno rapida della wi fi cmq è già qualcosa. Resto dell'idea che i nostalgici della "vecchia magica Cuba" confondano i rapporti umani speciali con il fatto che era ( ed ancora in misura minore) il paese in cui essere extranjero era uno status importante a differenza di ogni altra nazione. Per me ben venga il futuro più libertà , meno scarsità etc . Qualcosa il regime deve concedere. chao Enrico
RispondiEliminaneanche tanto lento perchè con imo/whatsapp la videochiamata era quasi simile a quella con nauta ...la prima volta addirittura molto meglio, forse perchè poche persone lo sapevano quando saranno connessi tutti non so se la qualità resterà la stessa
EliminaRicevo anche io video chiamate di buon livello
EliminaOgni stagione della vita ha le sue prerogative ma rimpiangere troppo i tempi andati rischia di rovinare quelli che verranno.
RispondiEliminaQuesta batte ogni scritto di Zarlatti, passato e futuro:
RispondiEliminaCuenta la historia que en Guisa
el chef Ángel rescató
un dulce que se fundó
cuando la etapa mambisa.
Puso su aroma en la brisa
y hoy nombre se revive
y tanta demanda exhibe
en todo el que lo ha probado
que su sabor se ha regado
por la zona del Caribe.
El chef hace que se asombre
todo el que su dulce prueba
es tan especial que lleva
lo codiciado en el nombre.
En la cocina del hombre
elaborarlo es un reto
y por su nombre indiscreto
todo el que lo escucha ansía
en probar las calorías
del famoso bollo prieto.
Este bollo que rebasa
la demanda de hoy en día
suele darnos energía
por ser exquisito en grasa.
Es adecuada su masa,
y su sabor es completo
y a decirles me someto
para un mejor desarrollo
si se va a comer un bollo
trate de que sea prieto.
Este bollo a diferencia
de otros bollos comestibles
crea un hábito increíble.
Donde llegue su presencia
con mayor inteligencia
elaborarlo es un reto
y para que esté completo
su postre y su medicina
trate de que en su cocina
nunca falte el bollo prieto.
A Tunas il bollo di quel colore non si trova facilmente.
EliminaLastima
E' veramente un cibo.
EliminaUn dolce, una di quelle bombe di zucchero cubane.
Se puede acompañar con leche.
Giuro, è tutto vero.
Ahahahah dalle mie parti...è un'altra roba...
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