Come saprete bene, nel testo
della nuova carta costituzionale cubana, che a breve otterra' il voto popolare,
c'e la possibilita' di contrarre matrimonio da parte di persone dello stesso
sesso.
L'umile scriba non e' del
tutto concorde, ma Cuba e' uno stato sovrano che, giustamente, fa cio' che
vuole.
La chiesa ha gia' fatto sapere
che si mettera' di traverso per cercare di ostacolare questo progetto.
Piu' la chiesa fuori
dall'isola che quella cubana, visto che quest'ultima deve viaggiare schiscia
per non perdere le concessioni piovutegli dal cielo dopo la visita del Papa
polacco.
La chiesa, ancora una volta,
crea ingerenze all'interno di uno stato sovrano, come fa da secoli.
L'Italia e' stato l'ultimo
paese dell'Europa che conta a concedere ai propri cittadini la possibilita' di
divorziare e abortire, proprio a causa del tipo che regna in Vaticano.
I Patti Lateranensi, che il
fascismo contrasse con la chiesa, restano una vergogna impunita, la chiesa
giustifico' in questo modo il fascismo e le sue aberrazioni, fatevi un giro sul
web, troverete centinaia di preti che benedicono le armi in partenza per il fronte
dopo, ovviamente, aver fatto il saluto romano al federale di turno.
Da ogni parte del mondo si
levano denunce contro abusi sessuali da parte di sacerdoti nei confronti di
minori, questo anche a causa del folle e innaturale obbligo che la chiesa
impone ai suoi ministri di non poter avere rapporti sessuali con nessuno.
Cosa che, detto per inciso,
quello che loro chiamano Gesu' non si e' mai sognato di pronunciare, visto che si accompagnava, come illustrato nell'Ultima Cena di Leonardo, con Maria Maddalena.
Tutto cio' per arrivare al punto
di oggi.
Ci ha lasciati Zanza.
Zanza e' stato il piu' famoso
Playboy della riviera romagnola; negli anni d'oro, che poi sono stati anche
quelli che noi abbiamo vissuto nei villaggi turistici, poteva vantare oltre 250
conquiste a stagione, buona parte delle quali con fanciulle nord europee.
Tanti dei trentenni di oggi di
quei paesi sono, senza saperlo, figli dei bagnini romagnoli.
E' diventata leggenda il
viaggio di quel riminese che si era invaghito di una svedese conosciuta in
estate, arriva in Svezia, va a casa della fanciulla e sul comodino trova un
quadretto con la foto di...Zanza.
Ebbene Zanza muore a 63 anni,
mentre era in auto che trombava con una bella rumena di 23 anni.
Beato lui....la morte che
sogno da sempre...chissa' se gli Orishas mi faranno questa grazia...
Comunque la Parrocchia di
Rimini frequentata dalla sua famiglia rifiuta di celebrare il funerale al
Zanza, a causa della sua vita dissoluta.
Una chiesa infarcita di
maniaci, zozzoni, pedofili, figli di puttana, una chiesa responsabile dei
maggiori crimini contro l'umanita' che non celebra i funerali perche il
tipo...ha fatto tanto l'amore.
Ma stiamo scherzando o questo
paese davvero sta' andando a piedi per aria?
Chi sono questi per dare
lezioni di morale a qualcuno?
Con lo Zanza muore anche un
certo stereotipo con cui gli italiani, sono diventati famosi nel mondo; il Latin
Lover.
Non nell'accezione
sudamericana che spesso associava questo personaggio a chi ne aveva fatto un
lavoro per tirare a campare.
Il latin lover italiano non
chiedeva soldi, anzi spesso era un benestante perche' un certo tipo di
vita, pure a Rimini, aveva un suo costo.
Comunque, nel nostro piccolo,
anche noi nei villaggi turistici, a fine stagione, facevamo la conta delle
fanciulle che ci avevano concesso le grazie, solitamente in 4 mesi si andava
dalle 25 alle 30.
Eravamo piu' o meno giovani,
abbronzati, discretamente in forma, in fondo le fanciulle cercavano proprio
questo, non serviva certo essere dei fenomeni, bastava la maglietta dello staff
e l'allegria professionale, queste cose le ha raccontate spesso, con dovizia di
particolari, Fiorello.
Eravamo pero' dei dilettanti
al confronto di quel mito dello Zanza a cui Bild, il noto giornale tedesco
dedico', anni fa, un bell'articolo.
Forse il fatto di essere a
Cuba un picaflor dipende proprio da quegli anni e da quelle abitudini di vita,
ma e' anche vero che se nasci rotondo non muori quadrato.
Ciao Zanza, Grande Maestro.
MALGRADO I PROBLEMI DELLA CASA MADRE, CHE ANGUSTIANO LA SUA SUCCURSALE ITALIANA, STASERA PARTITA E POI CENA!
RispondiEliminaQuello di retrocedere e impantanarsi nella categoria inferiore è un destino che accomuna molte grandi, o nobili decadute, del calcio italiano, ma non solo.
Pure in Inghilterra ne sanno qualcosa, se è vero che in Championship da tre stagioni convivono squadra che possono vantare ben tre Coppe dei Campioni in bacheca: due il Nottingham Forest, tuttora l’unico club del mondo che vanta più Coppe che titoli nazionali (uno), una l‘Aston Villa, che sul tetto d’Europa salì nel 1982, ma che nel 2016 è scivolato in seconda serie, senza essere ancora riuscito a rialzarsi.
Prima un anonimo 12° posto poi, lo scorso anno, la sconfitta nella finale playoff contro il Fulham. C’hanno provato in tanti, a dare una mano, da Roberto Di Matteo in panchina (un altro che ha vinto la Champions…) a John Terry in campo, quest’ultimo nella scorsa stagione. Nulla da fare e quest’anno le cose sembrano pure andare peggio, complice la riduzione del “paracadute” (sì, c’è pure a quelle latitudini…).
Così nell’occhio del ciclone è finito il tecnico Steve Bruce, che dopo aver vinto le prime due partite di campionato è entrato in un tunnel che ha relegato la squadra a metà classifica, lontana dalla zona playoff.
Contro il Preston è andata pure peggio, visto l’incredibile 3-3 finale: Villans avanti 2-0, rimontati e superati e capaci di pareggiare al 90′, per poi sbagliare il rigore del 4-3. Durante la gara i tifosi hanno dato vita a una singolare contestazione, lanciando in campo un cavolo, ovviamente in direzione dell’allenatore, pur senza… colpirlo.
Fatto sta che, poche ore dopo la partita, è arrivata la comunicazione dell’esonero:
E pensare che Bruce aveva accolto il “dissenso” dei tifosi con fatalismo tipicamente inglese: “Sono cose che possono succedere nella società in cui ci troviamo a vivere oggi”. Intanto la polizia ha aperto un’indagine, che potrebbe però concludersi dopo la presentazione del nuovo allenatore…
A febbraio, prima delle elezioni che hanno segnato la vittoria dei gialloverdi, lo spread (la differenza tra il rendimento dei Btp a 10 anni e i Bund tedeschi) era sotto quota 130 punti base. Poi le indiscrezioni sulla prima versione del contratto di governo, i conteggi sulle promesse con costi fino a 100 miliardi in tre anni e le polemiche di agosto, fino alla danza del deficit sul balcone di Palazzo Chigi, hanno fatto arrivare lo spread a superare quota 300. Perché ? Gli operatori sui mercati - fondi pensione, fondi di investimento e altri - percependo che il rischio-Italia aumenta, pretendono tassi più alti per continuare a prestarci soldi. La correlazione tra eventi politici e aumento dello spread è stata individuata dallo stesso presidente della Bce Draghi che ha puntato l'indice sulle dichiarazioni dei due vicepremier. Le ragioni della corsa dello spread non sembrano dunque legate tanto alle dichiarazioni di Juncker o di altri esponenti della Commissione europea, quanto a ragioni tutte italiane. I tassi sono schizzati verso l'alto di fronte ad un nuovo fatto, stavolta, concreto: l'idea dell'Italia di alzare il deficit al 2,4% ben più in alto di quanto consentito dalle regole condivise a Bruxelles.
RispondiEliminaLa "cambialona" è l'ultima trovata del vicepremier Luigi Di Maio. Il deficit non si chiama più deficit, ma diventa un "piccolo prestito" che, sia detto per inciso, vale 27,2 miliardi. Secondo il leader grillino sarà "restituito" il prossimo anno grazie ai tagli che si faranno, presumibilmente agli sprechi, e grazie alla crescita che ne conseguirà. A prima vista potrebbe sembrare solo un discorso confuso, invece è purtroppo la traduzione delle intenzioni di Tria. Tagliare dove si può, recuperare risorse per investimenti, che in buona parte saranno trovate in deficit che salirà al 2,4%, e sperare nella crescita, sebbene nel 2019 i maggiori organismi internazionali la vedano a poco più dell'1%. Il paradosso è la nuova clausola di salvaguardia: se il Pil non sboccia allora tagliamo la ulteriormente la spesa. E chi ha avuto il reddito di cittadinanza che fa? Lo restituisce?
È il ritorno del Piano B di Savona, che prevedeva l'uscita dell'euro in una notte. Ma l'Italia, lungi dal risolvere "gran parte dei suoi problemi" con l'uscita dall'euro e il ritorno della lira, entrerebbe in uno scenario da incubo: inflazione, consolidamento del debito pubblico, isolamento. Il mattino dopo un'ipotetica decisione del governo, la Nuova Lira si presenterebbe sui mercati presumibilmente svalutata di almeno il 30 per cento, si diffonderebbe il panico: i mercati valutari verrebbero chiusi, gli investitori stranieri non si fiderebbero più e non sottoscriverebbero più il nostro debito esponendoci al rischio che il governo decida di allungare le scadenze per il rimborso, il cosiddetto consolidamento. Le aziende, le banche e gli individui con debiti verso l'estero (ad esempio un mutuo stipulato con una banca francese) dovrebbero continuare ad onorarli in euro a quel punto assai costosi. I tassi schizzerebbero verso l'alto. E le esportazioni? Non illudiamoci: per ritorsione l'Unione europea ci frenerebbe con dazi e tariffe.
spaventare la gente è l'obiettivo dei giornaloni, tutti nelle mani non di cooperative di giornalisti, ma di editori che fanno i loro interessi e non, ovviamente, quelli della gente comune.Il patto di stabilità sottoscritto dall'italia alcuni anni fa prevede la riduzione del debito pubblico fino al 60% in 20 anni.Questo significa che nel 2038 dobbiamo arrivare alla fatidica soglia del 60%.Oggi è al 133% del pil.E' evidente che sarà un massacro sociale senza se e ma, con la svendita di tutte le imprese pubbliche che ancora ci sono e il taglio di tutti i diritti sociali ancora presenti nella legislazione.Sarà un saccheggio neocolonialista da parte delle imprese del nord europa, capeggiate da quelle tedesche, a nostro svantaggio.I tagli fatti da monti saranno ricordati come leggeri buffetti rispetto a quelli che si prospettano.Per questo motivo dobbiamo resistere alle richieste dell'eu. E' una questione di sopravvivenza economica.Cercheranno ovviamente di piegare il governo con l'aumento dello spread, che non viene da marte, ma è originato dai grandi investitori internazionali.Perciò non solo il governo deve andare avanti, ma deve avere anche un piano b, perchè è evidente che se l'aumento dello spread non servirà a convincerlo, useranno le maniere forti,che hanno utilizzato contro tsipras:il blocco del flusso di denaro alle banche per bloccare l'economia.
Eliminaultima cosa e non rompo più i cabasisi, almeno per qualche giorno.
EliminaCi stanno dicendo che se usciamo dall'euro arriveranno le cavallette e ci impoveriremo sempre di piu' perchè non avremo sbocchi commerciali in europa.
L'italia importa dalla germania prodotti per almeno 65 miliardi di euro e esporta beni per 57 miliardi.Se la germania, che è il kaiser della ue, ci chiudesse fuori dal mercato comune, perderebbe 65 miliardi di euro.La germania,perciò,domanda retorica, per l'euro potrebbe mai darsi le mattonate sui cabasisi?
Pensate veramente che quando la gran bretagna uscirà dalla ue, fra pochi mesi ormai,sarà isolata in europa e le si impedirà di commerciare con la ue? Chi lo pensa, sta nel mondo dei sogni.Alla luce di questi dati inoppugnabili, smettiamola di credere ai signori che ci raccontano che andremo all'inferno, se dovessimo uscire dall'euro.Anche la chiesa cattolica per secoli ci ha raccontato che se non facciamo come dice lei c'è l'inferno per i peccatori.Nonostante ciò, milioni di persone, giustamente, continuano a fregarsene di quanto sta scritto nei suoi libri e a vivere la loro vita, come zanza e tanti altri.
Questo è vero anche se però noi non siamo la Grecia.
EliminaIo di cambiali in bianco non ne firmò.
Se questo governo farà bene sarò il primo a dirlo.
Per ora vedo chiacchiere e arroganza poi vedremo.
Pure il mio amico e Compagno Marco Rizzo parla di uscita dall'euro.
EliminaEgoisticamente da viaggiatore dico solo che l'euro è stata una gran cosa.
Mitico Zanza.Giuseppe
RispondiEliminaHa fatto piu' lui per lo sviluppo del turismo riminese che 50 enti comunali preposti.
RispondiEliminaTorino (3-4-1-2): Sirigu; Izzo, N’Kolou, Moretti; Berenguer, Rincon, Meité, Ola Aina; Baselli; Zaza, Belotti.
RispondiEliminaFrosinone (3-4-1-2): Sportiello; Goldaniga, Salamon, Krajnic; Zampano, Halfredsson, Cibsah, Molinaro; Ciano; Ciofani, Campbell.
1-0 Rincon
RispondiElimina2-0 Baselli
RispondiElimina2-1....
RispondiElimina2-2....
RispondiElimina3-2 Berenguer
RispondiEliminahola! veramente una bella morte, piacerebbe anche a me ma con una latina nel suo paese dove sono piu performanti. Sulla maledetta chiesa cattolica sai come la penso, sono stalinista al 1000 x 1000 in questo, forse se fosse stato un pedofilo non ci sarebbero stati problemi.....comunque è un grande il massimo della vita. chao Enrico
RispondiEliminaBeh...in una processione in Puglia a portare la Madonna in estate accanto al vescovo c'era un pluri inquisito di mafia.
RispondiEliminaFRANCESCO MANASSERO
RispondiEliminaTutti contro l’arbitro Ivano Pezzuto. Il Toro stavolta alza la voce per la direzione del fischietto di Lecce che, secondo i granata, ha consentito al Frosinone di riaprire la partita facendo poi passare un brutto quarto d’ora a Belotti e compagni. Walter Mazzarri conta gli errori arbitrali, compreso i vari mancati interventi della Var, e stavolta si infuria per davvero.
«Sono stato zitto contro Roma, Napoli e Udinese dove abbiamo subito errori - l’attacco dell’allenatore del Torino -, non ce la faccio più. Sono stufo, è arrivato il momento di smetterla, ci stanno condizionando troppo le partite. Adesso abbiamo vinto e posso dirlo: su Sirigu c’era fallo, l’avversario l’ha ostacolato, poi ci abbiamo messo del nostro e siamo stati raggiunti. E’ vero, abbiamo i nostri difetti, ma ciò non toglie che Pezzuto avrebbe dovuto rivedere l’azione alla moviola. Voglio rispetto».
Un concetto ribadito dal patron granata Urbano Cairo che da qualche giorno ha lanciato una crociata per riformare il sistema dell’aiuto tecnologico che quest’anno è stato notevolmente limitato.
«Ci siamo complicati la vita da soli? Se sul 2-0 non subisci gol magari ne fai anche un altro - così il presidente -, non capisco perchè non abbiano rivisto l’azione con la Var. Il portiere nell’area piccola non può essere toccato». Un mancato intervento che ha fatto infuriare anche uno solitamente pacifico come Salvatore Sirigu, che per proteste si è pure beccato il cartellino giallo.
«E’ da un po’ che gioco a calcio - le parole del portiere a Torino Channel -, le regole le conosco e quello era un movimento scorretto, non mi ha consentito di saltare. Sì, mi sono arrabbiato, io protesto solo quando c’è un motivo, l’arbitro avrebbe dovuto capire il momento. Il Toro? Buono fino al 2-1, dopo abbiamo scollegato il cervello per qualche minuto e subito il 2-2, sono cose che non dovrebbero succedere, però siamo stati bravi a tornare in partita»