Come ho scritto nel pezzo
di rientro dall'ultima vacanza oramai a Cuba l'intenzione di buona
parte della gioventu' e di parte degli over 30, e' quella di
lasciare il paese.
Noi italiani dovremo
trattare con molta prudenza questo argomento, visto che siamo passati
dai 3.1 milioni di espatriati nel 2006 ai 5.1 milioni del 2018,
parliamo solo di quelli “ufficiali”.
Nessun italiano che io
conosca con RP cubana lo ha dichiarato al Aire, di conseguenza tutta
questa gente non rientra nella statistica riportata.
Tornando a Cuba il recente
inasprimento della crisi economica ha avuto come conseguenza la
voglia da parte di molti di andarsene.
Con l'abolizione “pie'
seco pie' mojado” (che il Trumpo si e' ben guardato dal annullare)
questa tendenza sembrava in calo, lo si poteva vedere dalla
diminuzione dei “se vende” fuori dalle case di una qualsiasi
citta' cubana.
Oggi quei cartelli sono
tornati prepotenti ovunque, in piu' c'e' anche la possibilita' di
utilizzare Revolico o altri siti simili per pubblicizzare la
richiesta di vendita in ogni parte del mondo.
I cubani che riescono ad
emigrare negli Usa non godono piu' di alcun vantaggio ne' burocratico
ne' economico.
Sono finiti i tempi in cui
l'amministrazione americana forniva loro una casa, un lavoro e dei
soldi per iniziare una nuova vita lontano da Cuba.
Per questa ragione la
gente e' tornata a cercare di vendere casa, in modo da avere qualche
soldo da utilizzare per iniziare una nuova vita, magari dopo essersi
comprata con parte dei soldi della vendita, un bilocale spesso in un
doce planta, bilocali che vengono via al prezzo piu' o meno delle
patate.
Questo giusto per avere un
tetto sopra la testa a Cuba, se le cose non dovessero andare bene nel
paese eletto a nuovo Eldorado personale.
I parenti che vivono fuori
possono dare una piccola mano all'inizio, ma poi prima ti togli dai
coglioni e cammini con le tue gambe meglio e' per tutti.
Questo mi raccontano le
persone che conosco e che hanno tentato l'avventura.
Ho gia' detto che un conto
e' andarsene in modo pulito e senza rischi, un altro andare via alla
cazzo finendo in qualche selva del centro America in balia di
chiunque.
La cosa incredibile e' che
cerca di andarsene chi non ne avrebbe alcuna necessita'
Il figlio di una mia duena
storica, 4 cuarto de renta, un trentenne che non ha mai lavorato un
giorno in vita sua, sempre con i soldi in tasca, il carro del papi,
mujeres e cerveza sulla mesa e' oggi imprigionato in quella specie di
limbo fra il Messico e gli Usa, dovrebbe stare 7 mesi poi si
decidera' la sua sorte, non so bene come funzionino queste cose.
Resta il fatto che uno che
faceva la bella vita a Cuba e' ora nella merda piu' totale, trattato
come un povero guatemalteco qualunque.
Perche'?
Io capisco chi non ha un
cazzo, fa una vita miseranda, a quel punto cercare di cambiare non e'
solo un diritto ma anche un dovere, poi potremo discutere cosa ci va
a fare in un altro paese uno che professionalmente non ha nulla da
offire, ma sono discorsi che abbiamo gia' fatto.
Fra l'altro oggi per
scappare illegalmente in lancia 10 mila dollari non bastano piu', i
parenti dall'altra parte del bloqueo sono sempre meno disponibili,
come dicevo, a mettere mano al borsillo.
Anche in familia abbiamo
chi vorrebbe andarsene, malgrado una discreta vita e un buon lavoro
Capisco e so che le poche
prospettive che l'isola offre oggi ai giovani possono essere poco
attrattive, pero' non sempre la soluzione migliore e' quella di
andarsene.
Oggi si parla di
Suriname...cose da pazzi.
Le cose si sono molto
coplicate anche per chi vuole fare le cose legalmente, oggi il
tramite per gli Usa si fa in Guyana, quello per il Canada in Messico
e ci vogliono barcate di quattrini fra viaggi e papeles.
Non so, migliorare la
propria vita e' un diritto sacrosanto di tutti ma quello che vedo mi
sembra autentica follia.
Ante la baja disponibilidad de varios productos alimenticios y de aseo e higiene en la red minorista, el paÃs mantendrá algunas regulaciones que permitan una distribución más equitativa de los mismos en el mes de junio.
RispondiEliminaLa ministra de Comercio Interior, Betsy DÃaz Velázquez, insistió que en la venta de mercancÃa, se prioriza y controla mensualmente por la máxima dirección de paÃs, la Canasta Familiar Normada “que abarca 11 millones 138 mil 625 consumidores, con 23 productos, de ellos 19 alimenticios y 4 no alimenticios, los que se distribuyen teniendo en cuenta dos criterios: grupos etarios dÃgase los niños y el segundo las zonas urbanas, rurales y del plan turquino”.
En este sentido reiteró que la polÃtica del paÃs no es incorporar productos a la canasta normada, y sà a los mercados de oferta y demanda ya que “se trata de una situación coyuntural”.
Atendiendo a la existencia de diferentes mercancÃas, para este mes de junio se prevé regular en la red de venta liberada, la comercialización de los productos que se detallan con el per cápita siguiente:
Arroz: hasta 10 librasFrijoles: hasta 5 libras.Pollo: Hasta 5 kilogramos.Pescado: hasta 5 unidades.Harina de trigo: hasta 2 kilogramos.
Sobre la venta del pescado, su distribución se realizará en junio en todas las provincias del paÃs (excepto en La Habana que ya lo recibió), de manera liberada y no a través de “la libreta” como se hizo en la capital, explicó la titular del ramo.
También detalló que su venta se realizó a finales del mes porque “el pescado arribó al paÃs el dÃa 24 de mayo. Es muy difÃcil hacer coincidir el cobro de las chequeras y otras formas de pago de la población con los ciclos de reaprovisionamiento y descarga de mercancÃas en el puerto”.
Se explicó además que mientras las producciones de huevos no alcancen niveles que permitan estabilidad en el mercado, se realizará con el siguiente orden de prioridad:
Venta normada de cinco (5) huevos a 0.15 CUP;Venta controlada de cinco (5) huevos a 0.90 CUP;Venta controlada con un per cápita adicional, a 0.90 CUP la unidad, que se respalda por la producción, una vez cubiertos los destinos a) y b) y la gastronomÃa; yUna cantidad para la venta a los trabajadores por cuenta propia con actividades afines a la elaboración de alimentos.
EliminaEntre tanto, el chÃcharo se expenderá en la red de bodegas qde forma controlada, con anotación en la libreta de abastecimientos, hasta 10 onzas por consumidor.
En este mes igualmente se venderá las salchichas de forma controlada, por composición de núcleos, con anotación en la libreta de abastecimientos. Este producto se venderá con una frecuencia trimestral a 24 pesos.
Núcleos de 1-3 consumidores: 1 paquete.Núcleos de 4-6 consumidores: 2 paquetes.Núcleos de 7 o más consumidores: 3 paquetes.
Por su parte, se mantiene la venta regulada de productos de higiene y aseo.
Detergente lÃquido: una unidadCrema dental: una unidad (tubo).Jabón de lavar: hasta 2 unidades.Jabón tocador hasta 3 unidades
Durante la conferencia de prensa, DÃaz Velázquez reconoció que existen dificultades con la producción de pasta dental, la que solo alcanzó en mayo un 25 % de lo previsto. Para el presente mes se prevé que el indicador solo alcance el 50 %.
“No obstante, debemos decir que hay disponibilidad de los productos de aseo e higiene en sus lÃneas económicas en la tiendas recaudadoras de divisas.”, acotó.
Teniendo en cuenta las necesidades del sector no estatal y para proteger a la población se decidió vender a los trabajadores por cuenta propia productos seleccionados de forma controlada, en una red de establecimientos minoristas diferenciada, mediante acreditación, estableciéndose registros de anotación, con los per cápita máximos siguientes:
Arroz: hasta 50 Kg/ mes.Frijoles: hasta 15 Kg/ mes.ChÃcharos: hasta 15 Kg/ mes.Harina de trigo: hasta 10 kg/ mes; a los (panaderos/ dulceros hasta 100 Kg/ mes).Huevo fresco: hasta 60 unidades mensuales.
La acreditación ante el establecimiento se realiza con el carnet de trabajador por cuenta propia y con su código NIT; priorizando unidades que tengan POS.
También se aclaró que los horarios de servicio de los establecimientos de Comercio Interior en el paÃs son facultad de los Consejos de Administración Provincial, los cuales deben regular los mismos, a partir de las necesidades de los territorios.
La ministra exhortó a mantener una esmerada atención al cliente en cada unidad, “en medio de la compleja situación que nos encontramos”, pues resulta inaceptables actitudes que vayan en contra de los principios éticos.
Quando pensi che il paese in cui vivi ti abbia gia' mostrato il peggio di se, scopri che al peggio non esiste un limite.
RispondiEliminaVivo in Italia una media di 280/290 giorni ogni anno.
In 260/270 di questi giorni faccio colazione al Bar 500 giu' a Giaveno, questo da parecchi anni.
Questa mattina finita la colazione, (un cappuccino e un paninetto salato col prosciutto, 2.30 €) mentre mi stavo mettendo il casco per andare in scooter alla palestra del palasport dove mi sto' allenando, mi si avvicina un giovane, mi mostra il tesserino della Guardia di Finanza chiedendomi se il bar mi aveva rilasciato lo scontrino appunto da 2.30€.
Lo scontrino non l'avevo, non ricordavo se me lo avevano dato e lo avevo buttato o se non me lo avevano dato.
Mi aveva servito una ragazza nuova e non sapevo se si era ricordata di darmelo.
E' la prima volta che vengo abbordato davanti ad un bar per una cosa simile....2.30 euro...
Entro col finanziere, dentro c'era gia' un suo collega e vedo una signora anziana che ravanava nella rumenta cercando il suo scontrino.
Firmo un foglio dove affermo che probabilmente lo scontrino mi era stato dato ma non ricordavo dove lo avevo messo (il proprietario e' un amico...) accertandomi prima bene di non avere conseguenze.
Fino a pochi anni fa anche il cliente che non lo richiedeva era passibile di sanzione, ora invece cito testuale; “ Si precisa che per il fatto esposto ai sensi dell'art. 33 del DL n. 269/2003 il cliente non e' piu' sanzionabile”
Dopo l'allenamento sono tornato al bar, c'era il boss, il mio scontrino era in cassa, era stato fatto ma la fanciulla si era dimenticata di darmelo, quindi tutto si e' concluso bene per loro.
Il paese e' allo sfascio e questi si appostano davanti ai negozi per arpionare i 2 euro di scontrino.
Che paese di merda siamo diventati.
io sinceramente stringerei i denti alcuni anni per vedere se cambia qualcosa,non e' tutto rosa e fiori.....non se ne parla ma molti stan tornando,qui non ne vale piu la pena,il gasto e' superiore al preso.nella mia zona oramai se ne sono andati via tutti.incredibile
RispondiEliminaGUGUMARINO
Tu parli dei cubani in Romagna che sono spariti?
EliminaMah...io continuo a dire che se hai un buon mestiere a Cuba i tuoi soldi li porti a casa.
Certo...se non hai mai fatto un cazzo qualcuno la tua cuenta la deve pagare.
A Cuba effettivamente se hai un buon mestiere "ufficiale" e ti crei una rete di contatti da cui arrivano introiti extra sì, ma quelle posizioni sono davvero per pochi, normalmente sono che loro che possono autorizzare, ordinare o pagare qualcosa.... Mat. PS: no comment sul discorso scontrino, in queste cose la ns vicinanza con Cuba è preoccupante.
EliminaUn tio de la familia ha una empresa che fa placas. Un suo albanil bravo porta a casa anche 8/10 cuc al giorno ma...bisogna sapere e avere voglia di lavorare.
EliminaPurtroppo cuba per i giovani non offre ed è sempre più cara...negli USA si trova lavoro e anche chi non sa fare nulla e mai ha fatto nulla se si da una mossa riesce a vivere e piano piano prosperare, tutti i miei amici che sono in USA chi piu chi meno stano bene alcuni si sono comprati casa e ritornano pieni di oro (anche affittato) spendendo e affittando macchinoni e, anche se poi negli states lavorano 18 ore al di e mangiano pane e cipolla i loro amici chiaramente vedono la differenza...
EliminaNegli Usa oggi hai poco da prosperare.. fai 3 lavori e sopravvivi.
EliminaOggi è dura per tutti.
Una vita in coda non è facile. Giuseppe
RispondiEliminaIo non critico chi parte con mezzi e destinazione sicura.
RispondiEliminaMa coi tempi che corrono andare alla cazzo mi sembra follia.
Poi la pelle è la loro...
Io non li posso biasimare, soprattutto se giovani: tra il vivere una vita piatta, dove magari non si muore di fame, ma si vive nella sopravvivenza e piattezza quotidiana, e soprattutto senza prospettive di alcun tipo neanche di fronte a capacità e meritocrazia...giusto provare a cambiarla costi quel che costi. Conosco persone di altri paesi latini americani, che sono nati in contesti di povertà , ma che con l'impegno e lo studio (anche in altri paesi ci sono ottime e soprattutto vere università statali) sono poi emersi ed oggi hanno posizioni di tutto rispetto e sono riusciti a cambiare la propria vita: questo a Cuba non è possibile e quindi a maggior ragione giustifico chi se ne va. Mat.
RispondiEliminaInfatti 5 milioni e oltre di italiani se ne sono andati per le stesse raguoni.
RispondiEliminaPerò l'Italia se uno vuole le prospettive le da a differenza di Cuba: Prendi ad esempio un neolaureato in ingegneria del politecnico di Milano (o di altri atenei nostrani) : oggi è lui che sceglie dove andare a lavorare perchè il mondo del lavoro cerca ingegneri e non filosofi letterari! Certo ci si fa il culo per laurearsi in tempo (altro che serate Erasmus), ma poi si hanno prospettive (e ben venga se portano anche qualche anno all'estero, ormai si vive in un contesto internazionale). Discorso diverso invece per chi si laurea in facoltà inutili -che sono tante- (magari 2-3 anni fuori corso) poi non può pretendere di trovare chissà cosa. E queste sono le persone che leggi lamentarsi dell'Italia e che vanno a fare i camerieri ad Amsterdam o Londra o chissà dove, faranno una vita grigia senza soddisfazione ma nella maggior parte dei casi il destino se lo son scelti loro, cosa che a Cuba normalmente non è possibile. Mat.
EliminaSanta Fe_ Milano Roma o Bologna non sono alla portata di tutti, poi la vita grigia non sempre dipende dalle soddisfazioni lavorative, i professionisti che conosco io son per 3/4 separati, con denaro ma infelici.
EliminaSanta Fe- Anche a Cuba esistono realtà affermate, eccellenze nel campo medico in quello artistico, musica, balli e comici, alcuni sono profeti in patria viaggiano e rientrano.
RispondiEliminaL'isola non è dura per tutti.
Infatti gli sportivi che hanno sempre avuto limitazioni sono incazzati.
EliminaUn cazzo di reagatonero con la braga alla cacaiola entra e esce come vuole, lo sportivo deve scappare.
Ci si fa il culo per laurearsi...se alle spalle hai una famiglia col borsillo grande.
RispondiEliminaUn medico inizia a portare soldi a casa a 32/33 anni, prima chi paga?
Se nasci da una famiglia con pochi mezzi hai poco da fare voli pindarici.
Questa storia che dipende solo da te spesso e' una gran cazzata.
Se hai carte brutte in mano hai poco da inventare
Santa Fe- Anche qui da noi se non hai buone carte da giocare.. comunque Robertico, Limay Blanco, El Mucha, Los Van Van, non sono come Coccolate..
EliminaCerto i grandi della musica cubana sono un altro discorso.
Eliminad'accordo che non tutti nascano con la camicia ma credimi, inizia a laurearti come si deve in ingegneria informatica a Messina -quindi non il Politecnico- (ed esistono anche le borse di studio, molte più di quanto si pensi) e vedi che qualcosa arriva. Certo se fai scienze della comunicazione allo IULM a Milano, o hai la famiglia dietro, oppure son cazzi. Qui diviene fondamentale la famiglia nell'orientamento agli studi dei propri figli. il tempo di "lascia che segua le proprie passioni" per me è finito. Mat.
EliminaSi ma il problema è che la scelta giusta andrebbe fatta dopo le medie ma è troppo presto.
EliminaSono perito grafico e ho passato la vita fra villaggi turistici e palestre.
La vita è quello che ti succede mentre fai progetti.
La colpa è del "rubio malo", come a L'Avana Vecchia chiamano Donald Trump. Il "biondo cattivo" e il suo decreto che dal 5 giugno sta strozzando la piccola e media economia di Cuba. Perché in realtà ordinare il divieto di approdo a tutte le navi da crociera con turisti americani non si è rivelato un colpo al regime ma a quei 300 mila piccoli artigiani che con i gringos e i loro dollari riuscivano finalmente a campare in modo decente.
RispondiEliminaDal giorno dell'entrata in vigore del provvedimento, le 100 " paladares" ( bar e ristoranti privati) e le oltre 300 caffetterie gestite in proprio hanno dimezzato gli incassi. I croceristi sbarcavano al molo San Francisco, davanti alla piazza del Commercio, visitavano gli antichi depositi dello zucchero e da lì salivano verso calle Obispo fino alla tappa obbligata alla Floridita, vero termometro del turismo nella capitale cubana. Non bersi un daiquiri nel famoso bar di Hemingway significava non essere stati a L'Avana.
Adesso tutto questo percorso, punteggiato da negozietti, bar, locali, trattorie con la musica che fa da sfondo, è un desolato deserto. "In dieci giorni", dice Luis Manuel Pérez al Pais, "abbiamo perduto oltre l'80 per cento degli affari". Come lui, gli altri 400 comproprietari delle auto d'epoca che girano per l'Avana, fanno fatica a contendersi i pochi turisti americani che hanno deciso di venire a Cuba via aereo.
Il decreto Trump ha chiuso il programma "People to people", quello creato da Barack Obama quando inaugurò l'inizio del disgelo. Per la fragile economia cubana, le 17 compagnie di navigazione da crociera significavano l'arrivo della metà dei turisti che hanno visitato l'isola nel 2018 via mare. Le cancellazioni, confermano gli stessi armatori, americani e canadesi, riguardano 800 mila solo quest'anno. Sfuma così l'obiettivo di riuscire ad ospitare, per quest'anno, cinque milioni di arrivi.
"Non è vero che il divieto colpisce il regime", osserva ancora Luis, "danneggia noi piccoli commercianti e imprenditori. Perfino i vetturini che facevano fare il giro della parte vecchia de l'Avana a bordo delle carrozzelle trainate dai cavalli sono a secco. Tutti ci dobbiamo inventare altro. Come sempre".
L'anno scorso sono arrivati a Cuba 4,7 milioni di turisti, dei quali 800 mila a bordo delle crociere. Le navi lasciavano al governo 30 milioni di euro tra tasse portuali, diritti di attracco e percentuali alle agenzie statali. "Ma se si tiene conto che questa ondata ha portato all'economia diffusa 3 miliardi di dollari", ragiona Juan Tirana, ricercatore del Centro di Studi di Economia de l'Avana, "la cifra incassata dal regime è niente".
Il crocerista, si sa, è un pessimo turista. Dorme a bordo e consuma poco. Ma i 100 dollari che spende mediamente ogni giorno finiscono ai piccoli commercianti e agli imprenditori privati di bar e ristoranti. Le conseguenze si fanno sentire proprio su questa fetta di popolazione che fa le acrobazie per svoltare il lunario: oggi può contare solo su 20 dollari.
hola! è una situazione comune tra tutti i giovani di paesi senza futuro in prospettiva migliore del passato, l'aggravante della isla è la mancanza della generazione precedente che li possa mantenere ( anzi tutto il familion aspetta il giovane futuro remesero ) ed il fatto dell'isolamento ovvero di tutte le favole circa la yuma. Alcuni se ne sono accorti altri devono provare per credere . Poi è diventata anche una moda una sorta di carnet dell'arrivato ma senza porto sicuro non si fa quasi nulla altro che tornare para especular. chao Enrico
RispondiEliminaDiciamo che spesso manca anche l'esempio della famiglia.
RispondiEliminaSe il padre è un fancazzista che vive di inventos con quali valori salirà il figlio?
in effetti el entorno determina molte cose, soprattutto se non hai il carattere per smarcati dalla mentalità che ti hanno imposto. Enrico
RispondiEliminaSanta Fe- Riflettevo sulle nostre opinioni a riguardo delle scelte dei cubani di lasciare l'isola e avventurarsi, spesso e volentieri con scarsi risultati, nel mondo, mi chiedevo se in fondo non fosse quello che facciamo noi cercando di stabilirci nell'isola pur sapendo degli svantaggi a cui andiamo incontro?
RispondiEliminaLa voglia di cambiare e percorrere nuove strade è sempre rischioso ma aiuta a vivere o perlomeno a sentirsi vivi.
Un conto è fare certe scelte, non obbligate, a 50/60 anni.
EliminaDiverso farlo a 20/30 anni come accade da loro.
Mi permetto di ricordare che non tutti possono laurearsi al Politecnico o alla Bocconi, non tutti sono portati a studiare ingegneria o economia. Io, ad esempio, mi sono laureato in giurisprudenza perché la matematica la odiavo, anche se provenivo dal Liceo Scientifico. Tutto ciò per dire che chi ha inclinazione alle materie umanistiche cosa deve fare? chiudiamo le Facoltà di lettere e filosofia?
RispondiEliminaho capito, ma se lettere e filosofia di fatto danno pochi sbocchi, perchè farle? Il mondo del lavoro evidentemente non richiede queste specializzazioni. Purtroppo quella della qualità e tipologia degli studi è un problema strutturale e anche di mentalità che prima o poi andrà affrontato. Mat.
EliminaÈ giusto rinunciare ai propri sogni e alle legittimazione aspirazioni per un eventuale posto sicuro?
EliminaSe ho fatto l'Isef e non ingegneria nucleare qualche ragione ci deve essere...😂
RispondiEliminaSanta Fe- Mat il tuo ragionamento porta ad avere ragazzi che di ritrovano a fare un mestiere che non amano ma garantisce sbocchi professionali, sai quanti medici frustrati ti ritrovi in corsia o al pronto soccorso..io farò di tutto affinché la mia bimba prenda la laurea ma pregherò perché sia felice anche facendo la parrucchiera.
RispondiEliminaPs Ma la cultura conta ancora?
Non credere che io sia così contento Santa Fe ma bisogna essere realistici nel 2020, il mondo é diverso già rispetto a 20 anni fa e va verso evoluzioni ancora più radicali (es: mondi agricoli e green, robotica, medicina avanzata, realtà virtuale) -> abbiamo una vagonata di facoltà che danno pochi sbocchi professionali, ognuno é comunque libero di fare quel che vuole ma ci deve essere realismo e cognizione di causa quando si sceglie cosa fare. La cultura é importante , sarà sempre un plus, ma ormai va sempre più in parallelo alla formazione professionale. (E il tempo lo abbiamo basta passarne meno sui social) Il discorso ovviamente é molto ampio e andrebbe meglio strutturato... mat.
EliminaSanta Fè- Comprendo la competizione ma non la giustifico, non tutti arrivano primi e non tutti ne sono in grado, il tuo ragionamento è comunque, purtroppo, realistico.
EliminaSanta Fe- Toro ad un passo dall'Europa...domani sorteggi.
RispondiEliminaSiamo vicini aspettiamo ufficialità .
RispondiEliminaCe lo meritiamo alla grande.
Santa Fe- La squadra è pronta..due innesti di qualità e faremo sentire la nostra, casomai sia Europa spero in una inglese o spagnola!
EliminaMica tanto pronti...
RispondiEliminaSenza Europa bastavano un terzino e 1/2 centrocampisti.
Ora serve una rosa più larga.
A proposito del tema delle scelte universitarie, la lettera che Diego Fusaro scrive ai maturandi:
RispondiEliminaLa maturità per i liceali italiani è arrivata, con tutte le conseguenze emotive che la caratterizzano, secondo uno spettro che tendenzialmente spazia dalla paura all’ansia. Desidero, allora, rivolgere un pensiero ai ragazzi italiani che stanno in questi giorni affrontando la maturità . Un pensiero che è anche un’esortazione, rigorosamente non richiesta e, proprio per questo, totalmente gratuita. Oltre alla tensione per la prova, vi è quella relativa all’indecisione circa il loro futuro, le scelte da prendere, la facoltà universitaria cui iscriversi.Mi permetto, allora, di impartire un consiglio non richiesto: cari maturandi, evitate le facoltà organiche al capitale, tipo ingegneria gestionale ed economia, ossia quelle che promuovono il “cretinismo economico” (Antonio Gramsci) e il “calcolo senza pensiero” (Martin Heidegger). Scegliete, finché siete ancora in tempo, la via del pensiero libero e ribelle. Seguite la strada delle passioni e ricordate: gli affetti sono più importanti dei concetti.
Oltre al grigio mondo dei profitti e del calcolo, v’è ben altro. Qualcosa di diverso e che vale assai di più, seppure secondo un valore diverso da quello monetario con cui siamo avvezzi a misurare ogni cosa. Così scriveva Platone nel Protagora (312 b):
Apprendesti ciascuna di queste discipline non per imparare una tecnica (techne), cioè per diventare un professionista delle medesime, ma esclusivamente per la tua educazione spirituale (paideia), come si addice a un privato o libero cittadino.
È qui il centro della questione. Il nostro compito è di diventare esseri umani in senso pieno, cioè di formarci, di scolpire la nostra “statua interiore” (Plotino, Enneadi). È questo il compito della “cultura” (paideia) come formazione umana, come coscienza storica e critica, come consapevolezza delle proprie radici, del proprio orizzonte storico e della propria progettualità .
Tutto il resto – seguendo Platone – è “tecnica” (techne), sapere parcellizzato e professionale, che forse gioverà a trovare un impiego nel “magnifico” mondo del lavoro flessibile e precario, ma che in ogni caso mai varrà a formare le anime e la nostra statua interiore.
Tutto vero e bellissimo.
RispondiEliminaPoi però arriva il momento di mettere insieme pranzo e cena...