Quattro lustri di Cuba,
vissuti in gran parte in una citta' orientale di media grandezza ti
portano, che tu lo voglia o no a meno di non essere un perfetto
coglione, a contatto col tessuto sociale stesso del luogo in cui hai
scelto di vivere.
Sono un turista, ci tengo
ad esserlo, mai abdichero' da questo ruolo che mi ha portato
unicamente privilegi ma e' chiaro che, nel momento in cui entri a far
parte di una familia cubana fosse anche come ospite onorario, resti
contagiato dal loro modo di vivere e di vedere le cose che,
giocoforza, e' diverso dal tuo.
Conosci in questo modo
personaggi la cui storia, omettendo ovviamente nomi e riferimenti
troppo stretti, merita di essere raccontata.
Questa e' la storia del
“Tio”, un personaggio che ha sposato una delle 3 sorelle del boss
la cui storia parte da lontano.
Angola.
Ogni tanto su questa
guerra si leggono cose fantasiose...tipo che il reclutamento fu a
base volontaria...cazzate, ti pinzavano e dovevi partire senza troppe
storie.
Il Tio partecipo' nel 1987
alle battaglie del fiume Lomba e di Cuito Cuenavale che sancirono la
sconfitta delle forze razziste sudafricane e dall'Unita, fazione
combattente antagonista del MPLA.
A Cuito persero la vita 39
cubani e 715 effettivi sudafricani, dopo questa battaglia il Sud
Africa si ritiro' dalla guerra.
Ovviamente tutti i costi
cubani furono a carico dell'Unione Sovietica, il tio mi racconto di
molti “consiglieri militari” biondi con gli occhi chiari che
stazionavano nei luoghi degli scontri.
Dopo la guerra il governo
angolano avrebbe voluto ricompensare uno a uno tutti i combattenti
cubani che avevano partecipato al conflitto, ma Fidel disse che
avevano fatto soltanto il loro dovere rifiutando ogni ricompensa (per
i soldati...) regalando loro una grossa radio portatile...
Cosi' il Tio si ritrovo'
al rientro dal conflitto senza lavoro in una Cuba che non nuotava
certo nell'oro.
Arrivo' il periodo
especial ed il Tio trovo' lavoro come autista di una empresa che si
occupava di trasportare in giro per l'isola i vari gruppi musicali
cubani.
Furono, a suo dire, anni
divertenti, soggiornava negli stessi hotel degli artisti, mangiava
negli stessi ristoranti di quegli hotel, insomma non se la passava
poi cosi' male...ma i soldi erano davvero pochi.
Cosi' decise di entrare
nel mondo delle costruzioni.
Grazie ad alcune dritte
del Boss inizio' come albanil imparando sopratutto a fare placas.
Quando Raul legalizzo' il
discorso del cuentaproista si mise in proprio aprendo la sua empresa
che non si occupava di tutta la costruzione, metteva su soltanto
placas.
Fu la mossa vincente, non
doveva diventare pazzo a trovare troppo materiale, in breve tempo si
trovo' un gruppo di albanl capaci e fedeli (la fedelta' vuol dire che
in un giorno di lavoro si portano a casa, ognuno, anche 10 cuc) che
oggi gli permettono di fare el Jefe a tutto tondo.
A volte ha addirittura 3
squadre che lavorano in 3 case allo stesso tempo, lui gira fra i vari
cantieri controllando tutto.
Spesso sono in giro per i
cazzi miei, mi sento chiamare, e' lui che sta' seguendo un cantiere,
seduto tranquillo che da' indicazioni di lavoro controllando che
tutto funzioni bene.
Ha messo su familia,
oramai e' nonno di due belle gemelline, si e' fatto una casa da paura
lungo la caretera che porta all'aeroporto dove mi aspetta sempre una
boccia di Havana sette ad ogni mia visita, ha una clientela oramai
affidabile ed il passa parola gli permette di avere sempre nuovi
clienti, anche yuma che ristrutturano casa.
Almeno 3 o 4 clienti
glieli ho portati io, indicando la sua empresa ad amici italiani che
stavano impazzendo per ristrutturare casa.
Partito dal nulla, nato in
un barrio povero, gettato in una guerra dall'altra parte del mondo ha
saputo tirarsi su le maniche costruendosi una vita bella ed
interessante.
Come dice sempre lui
riferendosi alla situazione politica del paese;”Pensa che ho fatto
tutto questo...con entrambe le mani legate dietro la schiena...pensa
cosa avrei fatto se avessi avuto le mani libere”
La netta vittoria dei candidati peronisti alle primarie in Argentina con il liberista Macrì che ha ricevuto un avviso di sfratto in vista delle elezioni di ottobre ha provocato l’immediata reazione del fascio-liberista Jair Bolsonaro. Uscito vincitore in un’elezione dove il candidato favorito alla vittoria, l’ex presidente Lula, è stato estromesso dalla contesa per via giudiziaria.
RispondiEliminaA tal proposito il candidato alla presidenza dell’Argentina Alberto Fernández ha chiesto che il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, rilasci l'ex capo di stato Lula da Silva e si sottoponga alle elezioni: “Affinché smetta di avere prigionieri politici".
“Il Brasile sarà sempre il nostro partner principale. Bolsonaro è una congiuntura nella vita del Brasile così come Macri è una congiuntura nella vita dell'Argentina”.
ha dichiarato Fernández in una trasmissione televisiva.
"Quello che vorrei chiedere al presidente Bolsonaro è di lasciare Lula libero e di presentarsi a nuove elezioni con Lula rilasciato”, ha affermato in riferimento all'ex presidente del Brasile che è andato a visitare durante la campagna presidenziale.
Alberto Fernández ha infine ricordato che l'attuale Ministro della Giustizia di Bolsonaro è Sergio Moro, l'ex giudice responsabile dell'incarcerazione di Lula Da Silva. "Che si sottometta alle elezioni con Lula in libertà ", ha detto il candidato, che ha anche definito "senza senso" le dichiarazioni di Bolsonaro secondo cui gli argentini fuggiranno se il kirchnerismo vincesse le prossime elezioni.
En Las Tunas se preserva, cual tesoro, el recuerdo de las visitas de Fidel al territorio. Para sus habitantes resulta oportuna la evocación de esos momentos del Comandante en Jefe en la tierra del mayor general Vicente GarcÃa, por conmemorarse el aniversario 93 del natalicio de aquel niño de Birán que tornó en realidad los sueños libertarios de la Patria.
RispondiEliminaLuego de su paso en la Caravana de la Victoria por aquÃ, el 4 de enero de 1959, antecedido por su travesÃa en sentido contrario en julio del 53, cuando se dirigÃa a Santiago de Cuba para el asalto al Moncada, Fidel visitarÃa cuatro veces en la década del 60 del siglo XX la región que inaugura el oriente cubano.
Estas visitas son la del 63, con oportunas orientaciones cuando el impacto del ciclón Flora; en el 65, momento en que cosió el saco que simbolizaba el millón de toneladas de la zafra del pueblo; en el 67, para resumir en Jobabo el fin de las actividades de la brigada invasora Che Guevara; y en el 69 para participar en el acto de inicio de la Zafra de los Diez Millones, en el central Antonio Guiteras.
A fines de la siguiente década, vino Fidel dos veces a Las Tunas: en enero de 1978, para inaugurar la Terminal de Azúcar a Granel en Puerto Carúpano y en abril de ese propio año, para recorrer el central Jesús Menéndez y las obras de la Fábrica de Tableros de Bagazo.
Ya en los inicios de los 80, el Comandante en Jefe inauguró el Combinado de la Salud en Las Tunas y en el 81 clausuró, con su discurso, el Acto Nacional por el 26 de Julio. En noviembre de 1988 inauguró el Laminador 200 T, visitó la playa Covarrubias y abanderó dos contingentes constructivos.
En el decenio finisecular, Fidel visitó seis veces el llamado Balcón del Oriente Cubano. En marzo y abril de 1996 estuvo en los complejos agroindustriales Perú, Guiteras y Argelia Libre; en Jobabo, Puerto Padre y ManatÃ, respectivamente; mientras los dÃas 5, 6, 28 y 29 de marzo recorrió y se reunió en el norte tunero con dirigentes del sector azucarero, interesado por la marcha de la zafra.
El 26 de julio de 1997 el LÃder cubano estarÃa presente en la Plaza de la Revolución de Las Tunas, en el acto por el aniversario 44 del asalto a los cuarteles Moncada y Carlos Manuel de Céspedes.
Es esta, una apretada sÃntesis de la presencia fidelista en tierra tunera. Y aunque fÃsicamente no volverá por estos predios, su legado permanece aquà y hoy cobra plena vigencia.
Assomiglia alle storie dei nostri nonni: usciti, spesso combattendola, dalla seconda guerra mondiale si sono rimboccati le maniche e quasi tutti hanno messo su casa e capitale.
RispondiEliminaA differenza di tanti giovinastri odierni che, nei due lati del bloqueo, passano la vita cazzeggiando e piangendosi addosso.
RispondiEliminaUn esempio per molti. Giuseppe
RispondiEliminaMah...è uno dei tanti che invece di sognare di andarsene ha scelto il modo giusto per migliorare la propria vita. Lavorando duro.
RispondiEliminaPARLARE DI #CUBA È PARLARE DI #FIDEL
RispondiEliminaIn onore di Fidel, un sempre valido articolo di Gerardo Hernández Nordelo
Voglio raccontarvi una cosa che non ho mai raccontato. Il 23 giugno 2001, già dentro la prigione degli Stati Uniti, abbiamo potuto avere una piccola radio da cui abbiamo ascoltato il discorso di Fidel a La Habana: “I nostri eroi dovranno essere liberati. L'enorme ingiustizia commessa nei loro confronti sarà conosciuta nel mondo intero. Milioni di libri trasmetteranno la verità e il messaggio di Cuba. I nostri compagni, piuttosto prima che poi, torneranno!”. Mentre parlava dei "cinque" ovviamente era emozionato, come poteva non esserlo! Ma ammetto di essere rimasto colpito enormemente quando mi ha nominato e sentendo il mio nome dalla sua inconfondibile voce mi sono reso conto dell'enorme responsabilità che avevo nei confronti del mio popolo, della storia e con lui. È stato un momento molto importante perché oltre tutto ci avevano appena dichiarato colpevoli e lui ha assicurato, di fronte a tutti il suo popolo, che saremmo tornati.
E così è stato. Siamo tornati come promesso da Fidel! Quelle parole ci hanno accompagnato durante tutti quegli anni come baluardo di ottimismo e di fiducia.
Nel corso della nostra storia non c'è stato nulla che egli prometteva in cui non abbia messo tutti i suoi sforzi e tutta la sua intelligenza per raggiungerlo.
Tutta Cuba lo sa.
E anche noi lo sapevamo.
Durante gli oltre 16 anni che sono stato in prigione, ho conosciuto persone che non sapevano nemmeno dove fosse Cuba, tanto meno di socialismo o comunismo. Ma, se nominavi Fidel, sapevano chi era: "Non so molto del suo pensiero, ma so che gli americani non hanno potuto piegarlo", ci dicevano. Quelle parole sono quelle che definiscono il comandante: un uomo che ha fatto la Rivoluzione e che anche potendo avere una vita comoda, ha scelto di stare dalla parte dei poveri e ha deciso di prendere le armi per migliorare il destino del suo paese.
Per questo, parlare di Cuba è parlare di Fidel.
Sono passati due anni da quando è passato all'eternità [l’articolo è del 27 novembre 2018 -ndt] E su quest'isola gli 11 milioni di cubani lo rimpiangono giorno dopo giorno. Ma noi rivoluzionari abbiamo il ferma intenzione di non ricordarlo con tristezza né pianti, ma con allegria, con l'ottimismo che egli ci ha instillato e soprattutto con il desiderio di combattere e andare avanti, di non deluderlo mai! Siamo migliaia quelli che sognano e confidano che un mondo migliore sia possibile. Ma bisogna costruirlo. A volte subiamo battute d'arresto che fanno dubitare ad alcune persone se è reale o solo un'utopia, a loro dico che finché Cuba esisterà e combatterà , ci sarà speranza. Combattiamo per un mondo migliore; per uomini nuovi e donne nuove; combattiamo ...
Hasta la victoria, ¡Siempre!
La mia prima placa l'ho pagata 1000 dollari - 70 mq... Mia per modo di dire. Un investimento a fondo perso. Sul balcone dell'Oriente cubano. Più di 10 anni fa.
RispondiEliminaSe lo hai fatto è perché ti sentivi, in quel momento di farlo.
RispondiEliminaMai avere rimpianti.
Dopo una vita in cui il giorno di ferragosto era un h24 di lavoro....mi godo il fresco delle mie parti e la tranquillità di questa estate.
RispondiEliminaBUON FERRAGOSTO A TUTTI!🥳
hola! è una storia di cui mi avevi parlato mi sembra. Comunque è stato bravo a ritagliarsi uno spazio invece di volersene andare a tutti i costi credendo a los cuentos sobre la yuma. chao Enrico
RispondiEliminaAltra generazione....altri valori...
RispondiEliminaHo fatto una richiesta per un sigle a una casa a La Habana con cui lavoriamo molto....giusto per farvi capire che razza di clientela oramai gira...
RispondiEliminaHola Milco, si tenemos tenemos espacio para el, si viene solo es a 18 pero si va a traer a alguien es a 23 además debes decirle que debe ser una na sola muchacha mayor de 16 años . Menores no se aceptan en casa, normalmente los padres hacen chantajes con ellas las siguen y luego llaman a la PolicÃa al final todos salimos perdiendo. Por abuso de menores.
Esperamos la respuesta.
Gracias, la familia te esta agradecida. Nora y Familia
Shakhtyor Soligorsk (4-2-3-1):Klimovich; Matverichik, Khadarkevich, Rybak, Sachivko, Antic; Selyava, Szoke; Kovalev, Ebong, Balanovich; Bakaj. A disposizione. Chesnovskiy, Sachivko Lambulic, Burko, Llullaki, Visnakovs, Yanush, Khvachinski. All. Tashuev.
RispondiEliminaTorino (3-5-2): Sirigu; Bonifazi, Nkoulou, Bremer; De Silvestri, Rincon, Meité, Ansaldi; Lukic; Zaza, Belotti. A disposizione. Rosati, Izzo, Aina, Baselli, Berenguer, Millico, Rauti. All. Mazzarri.
FORZA TORO!
0-1:Zaza
RispondiEliminaPareggio bielorusso su rigore allo scadere.
RispondiEliminaOra tocca ai lupi inglesi...