BANCOMAT

 

Una delle polemiche piu' recenti che si e' aperta a Cuba, trovando come cassa di risonanza il periodico Juventud Rebelde, e' quella riguardante i bancomat.

Occorre prima fare un po' di storia e dare qualche dato, giusto per avere qualche termine di riferimento.

Il primo bancomat fu installato nel 2013, oggi ne esistono in tutta l'isola 926 di cui 522 a La Habana.

Pochi, pochissimi per una popolazione di 11 milioni di abitanti, se si pensa che a Bayamo che fa 200 mila abitanti ce ne sono solo 10, uno ogni 20000 abitanti, una follia.

Il cubano piano piano sta' abituandosi alla tecnologia, la mia generazione e' stata la prima a doversi, in Italia, adattare ad un mondo che stava cambiando, se ancora oggi capiti ad un bancomat dietro ad un anziano e' meglio che ti porti da leggere.

Giusto per fare un esempio, la scorsa settimana mi hanno saldato le strutture per cui i miei ragazzi hanno operato al mare, ho verificato tutto sul mio movil, mentre ero in palestra, durante le pause fra un esercizio e l'altro ho saldato i ragazzi con i bonifici, un tempo avrei dovuto perdere mezza giornata in banca, ora ho risolto tutto in meno di 10 minuti.

L'aumento dei salari, l'incremento delle rimesse, un minimo di benessere in piu' a Cuba hanno di molto sviluppato il settore bancario e di conseguenza l'esigenza della gente di avere denaro fresco disponibile.

Oggi, le ho viste io a maggio a La Habana davanti ad ogni bancomat, ci sono decine di persone in coda aspettando il loro turno mentre altri, sopratutto pensionati, preferiscono ancora fare le code allo sportello.

Molti bancomat sono guasti, gli addetti al settore dicono che il clima cubano e' una delle ragioni principali dei guasti ma di questo non sarei cosi' sicuro, mancano i pezzi di ricambio, ci sono atti di vandalismo, spesso le brigate di lavoro che si occupano di questo settore hanno problemi di trasporto per raggiungere i luoghi dove devono operare.

A volte non c'e' il contante per caricare le macchine, spesso vengono caricati tagli troppo elevati, chi ha una pensione bassa non riesce ad accedere al servizio, gli addetti rispondono che i biglietti di alto taglio resistono meglio all'umidita' rispetto a quelli di piccolo taglio.

Mettiamoci anche il fatto che sono due anni che lo stato non installa nuovi bancomat che risolverebbero molti problemi, ma che non ci sono in quanto costano cari e lo stato non puo' permettersi di acquistarli.

Spesso il bancomat si “mangia” la tajetas e poi ci vogliono giorni...e papeples per recuperarla.

Prima di installare un nuovo bancomat occorre fare ricerche di settore per sapere quante persone in quella zona sono in possesso di una tajeta magnetica, se non sono molte non ha senso che lo stato spenda dinero por gusto.

Molti, sempre secondo Juventud Rebelde, continuano a optare per entrare in banca per prelevarlo proprio perche' piu' volte il bancomat si e' tenuto la tajeta senza dare i soldi.

Una delle cose che potrebbe risolvere o attenuare il problema sarebbe rappresentato dalla possibilita', gia' esistente, di incrementare gli acquisti nelle tiendas con la tajeta ma non so vi e' mai capitato di essere in coda par pagare una bottiglietta d'acqua e aver davanti a voi qualcuno che vuole pagare con quella.

Ci vuole un minimo un quarto d'ora.

La commessa che, gia di suo, sprizza voglia di lavorare da ogni poro deve chiede il carne' di chi acquista, sapere dove vive, il numero di telefono, sperare che ci sia la connessione telefonica per passare la tajeta, che il pos funzioni, che ci sia la corrente.

Fai prima a posare la bottiglietta d'acqua e andare altrove.

Cuba sta' entrando in una nuova epoca che richiede oramai la tecnologia ad ogni pie' sospinto, si tratta di un popolo con tanta gioventu' che impara rapidamente, piu' rapidamente di cio' che e' accaduto da noi.

Lo stato pero' ci deve mettere del suo, bancomat che funzionano vuol dire meno coda in banca, meno perdita di tempo da parte della gente ed un maggior giro di quattrini in tutto il paese.