venerdì 25 ottobre 2019

VIAGGIO AUTUNNO 2019

Anche dopo questo giro vi racconto qualcosa del mio viaggio che, essendo capitato in un periodo complicato dal punto di vista dei trasporti, e' stato differente dal solito. Avevo il volo da Caselle alle 6.20 anche se in realta' e' partito un po' dopo, come sempre sono sceso in macchina fino a Caselle paese dove ho parcheggiato vicino alla mia ex palestra, viaggiando successivamente per un paio di minuti col bus Sadem fino allo scalo, al ritorno, ovviamente, percorso inverso. Volo KLM all'andata, solita' qualita' senza troppi fronzoli fino ad Amsterdam, fra l'altro avevo il biglietto per solo bagaglio a mano (12 kg) ma visto che el maletin ne pesava 15 me lo hanno imbarcato senza costi aggiuntivi. Nello scalo olandese solito cambio di gate dove trovo parecchi italiani, fra cui un torinese che, in vivavoce, parlava forte con una cubanita infilando un “pinga” ogni 3 parole, si sentiva solo lui. Quando l'altoparlante avvisa, in olandese e inglese, di stare seduti che dopo pochi minuti iniziera' l'imbarco con le consuete gerarchie, gli italiani, notoriamente in difficolta' con le lingue si alzano mettendosi immediatamente in coda... Arrivo a La Habana con una quarantina di minuti di ritardo, alle 16 esco dallo scalo, il mio amico Hugo con la sua fiammante Tico mi porta fino al terminal Viazul cittadino. Chiedo se c'era posto su quello serale per Santiago, la tipa non solo mi dice di no ma anche che fino al 5 ottobre era tutto pieno...visto che ne viaggiava solo uno al giorno a causa della situazione energetica del paese.

Trovo i soliti ragazzi fuori dal terminal che procurano viaggiatori per le auto che vanno verso oriente, un tipo mi assicura che per poco piu' del prezzo del Viazul avrei potuto viaggiare con due tizi che andavano a Santiago. Non c'era fretta, mi siedo fuori ai giardinetti ed aspetto che quest'auto arrivi, alle 18.30 non si era ancora vista, a quel punto vado al termina Astro, uno era in partenza alle 19 e chiedo ad un ragazzetto se, dietro adeguato soborno, mi trovava un posto. Ricordo che senza RP noi su quei mezzi non potremo viaggiarci, comunque arriva una jefa, il posto c'e' ma mi costerebbe come un Viazul, anzi un cuc in piu', 40.

Pago senza problemi non e' che avessi alternative, viaggiando su quel bus, moderno e pulito ti accorgi che il Viazul e' una pazzesca presa per il culo. Gli Astro o gli Omnibus nacionales costano ai cubani 6 cuc e valgono come i Viazul se non oltre. Arrivo a Tunas preciso alle 5 del mattino, pochissime fermate e solo quelle previste. Non sapevo pero' che quel bus non fermava al terminal cittadino ma procedeva diretto per Holguin. Scatto piu' veloce di Tortu chiedendo all'autista di fermarsi ma siamo gia' oltre la rotonda, quasi al punto de control. Cinque del mattino, in mezzo al nulla, nebbione fitto, soldi in saccoccia...minchia! Gli Orishas camminano sempre al mio fianco...tanto che all'improvviso appare dal nulla un coche che mi porta finalmente a casa. Per non sapere ne leggere ne scrivere due giorni dopo acquisto subito il biglietto di ritorno, questa volta Viazul. Alberto mi fa tenere lo scooter fino alle 20 del giorno della partenza, abita vicino al terminal glielo consegno direttamente a casa. Il Viazul doveva arrivare da Holguin alle 20.55 ma arriva dopo le 22. Siamo in 3 a dover salire ma c'e' un posto solo a sedere...avevano imbarcato un paio di persone in piu' fino a Guaimaro...dove non ci sarebbe fermata... Risolvono loro il problema e si parte con quasi un ora e mezza di ritardo...e siamo solo a Las Tunas, alla fine dopo mille fermate alla cazzo per fare i comodi degli autisti arriviamo a La Habana con 2 ore e mezza di ritardo. Questi se ne fottono, si fanno i cazzi loro, fanno mille consegne di merci per arrotondare e se hanno fame si fermano dove vogliono per mangiare con tutti i passeggeri in attesa. Credetemi una porcheria pagata 39 cuc mentre l'Astro e' stato perfetto col costo per i cubani, come vi dicevo, di soli 6 cuc.

Probabilmente sui bus nazionali stanno piu' attenti perche' essendoci solo cubani potrebbero esserci poliziotti che vanno a casa, gente della seguridad dello stato e via discorrendo. Dopo 3 giorni nella capitale di cui vi ho parlato il 15 sera Hugo viene a prendermi per portarmi in aeroporto. Questa volta avevo 7 kg di maletin, ho chiesto alla tipa del check se potevo imbarcarla, la volta scorsa un singao aveva voluto el regalito, questa volta me l'ha imbarcata senza soborno.

Ritorno Air France su Parigi dove ti rifanno passare al metal quindi se comperate ron mettetelo sempre nella valigia in stiva altrimenti se lo bevono i mangiarane. Tre ore di sosta a Parigi con logico cambio di gate e poi puntuale arrivo a Caselle sotto il grigio ed uggioso cielo torinese. L'auto c'era ancora concludendo alla meglio la mia bella vacanza. Malgrado i problemi coi trasporti posso dire che mi e' andata davvero bene, un po' di incazzatura per quegli stronzi del Viazul ma niente di serio.

18 commenti:

  1. ALESSANDRO ZARLATTI/IL BELLO DELL'AVANA

    In questi giorni fa caldo qui all'Avana...bella notizia: fa sempre caldo. Sì, ma in questa stagione è un caldo ancora più difficile: pioggia, poi sole, poi una specie di nube umida irrespirabile che si solleva e tu muori. Al massimo sopravvivi. È così. Meno macchine, meno traffico e quella specie di intimità per le strade, quelle cadenze da paesino, il rumore dei passi, il cigolio delle bici. Siamo in un passaggio difficile per l'economia del paese. L'embargo violento come non lo è mai stato costringe tutti ad una rinnovata resistenza. Figurati, tutti pronti da sempre. E questa volta più pronti di sempre.
    Due sere fa ho visto il film Joker. Ho ancora nelle orecchie e negli occhi quella risata triste, (macché triste, disperata) del protagonista. Un grido per me.
    Leggo che si tratta di un film che preoccupa le istituzioni americane per la troppa violenza. Si parla di volanti della polizia all'uscita delle sale. Strano. Ripasso il film con la memoria e ricordo di aver visto poco sangue, alla fine. L'industria cinematografica statunitense ci ha abituati a macellerie ben più terribili, horror, splatter, cagate così. Qual è il problema allora? Cosa preoccupa? Il problema è che - mi sembra evidente - non si tratta di un film d'intrattenimento. Non si tratta di una cazzatella con un personaggio dalla doppia personalità, il buono e il cattivo, il bene e il male. No. Joker parla di attualità. Molto meglio e molto più crudamente di un'interminabile diretta della Cnn. Joker racconta il tempo che fa. Oggi. Adesso. Parla della violenza silenziosa delle società ingiuste e squilibrate. Parla della solitudine di classe, quella che ha smesso di riconoscersi come classe sfruttata e umiliata e allora la sua diventa angoscia esistenziale, disagio, malattia individuale. Parla della cifra violenta, ineliminabile, strutturale del modello sociale e politico che governa gran parte del nostro mondo. Quella risata disperata risuona intatta, molto più in là dei confini di quel paese bastardo che detta le regole al pianeta, nel grido delle popolazioni indigene dell'Amazzonia che si vedono bruciare casa, nei silenzi di miliardi di persone perplesse che assistono all'agonia lenta (ma non lentissima) di un pianeta, risuona nei tuffi finali di migliaia di poveracci che perdono la vita su assurde zattere, risuona nella fragilità degli schiavi moderni che ad ogni latitudine, qui in latinoamerica come nel nord, come in Europa, vengono "liberamente" condotti a votare i Trump, i Bolsonaro, i Macrì, i Lenin Moreno, i Salvini. Vabbè, Salvini è un altro conto: un po' come era il dentone dei Brutos, quello che beccava sempre le sberle. Un caso umano. In ogni modo, il film è pericoloso, pericoloso davvero. Cosa succede se certe fasce sociali smettono di essere il buffone di corte? Cosa succede se il pagliaccio decide di non voler più un posto assegnato, un'umiliazione continua. Se decide, insomma, di non essere più il bubbone di una malattia che, alla fine, non lo riguarda? Succede che si ribella. Buona, vecchia ribellione. Armi in mano e sana ribellione. Rivoluzione in certi casi. Lotta di classe, te la ricordi? Come faceva? Come faceva la nostra canzone? Coscienza di classe e poi lotta. Bene, i nemici sono fortissimi. Un prodotto commerciale come un film ci metti niente a neutralizzarlo. Una sventagliata di talk show, una bella dose di Fake news, una valanga di meme su Facebook, distrazioni varie, qualche guerra giusta e passa tutto. Ma non so... non so... Non posso che sperare nel buon senso delle nuove generazioni... Ops, che dico "buon senso"? Spero nella follia, nel cattivo senso dei cosiddetti giovani. Spero fortemente nella loro cattivissima strada. In qualunque gesto che i loro stronzi genitori possono disapprovare.

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  2. Intanto c'è Cuba. C'è sempre. Che ti sorprende come un calciatore di cui credevi di aver visto ogni millimetro di talento. Come Totti, fai conto, che da vecchio lo vedevi illuminare spezzoni di partita contro la logica, contro l'età, contro le previsioni, contro tutto. Come Cuba, contro tutto. Come sempre. Lei e il suo nemico gigantesco che come Davide contro Golia ha la pazienza, il coraggio e la forza di rimettersi in piedi e di combattere. Meglio ancora, di ritrovarsi. Sì, proprio di ritrovarsi. L'anima intendo, l'anima di questo paese che negli ultimi anni mi sembrava più opaca e debole. È tornata. A darci coraggio. È un'anima contagiosa che dà forza anche a pessimisti spompati come me. È possibile. Ce la possiamo fare. Ce la faremo. È possibile contrastare la tristezza umana, la violenza, l'arroganza, l'ignoranza con la forza dell'umanità. È possibile immaginarsi come una comunità che si rimbocca le maniche e non si piange addosso. È possibile far diventare carne i principi, farli diventare azioni, condotte quotidiane, scelte individuali. È difficile ma è possibile. Per tanti versi quell'idiota di Trump, con la sua politica, ha ricostruito un paese. Povero coglione. Non sa quanto Cuba sia più Cuba adesso. Quanto sia tutto più chiaro a tutti. Quanto siano più sciatte e scoperte le insidie delle Fake news, delle finte inchieste da Miami, dei comici a gettone, dei tormentoni montati ad arte. Vi leggiamo bene, perché sappiamo leggere meglio di voi, e ci fate ridere. Qual è il problema? Qualche fila in più per la benzina? Difficoltà nel trasporto pubblico? Mancano prodotti nei negozi? Non è una gran novità. È da decenni che è così. È una guerra. Guerra, è chiaro? Una guerra mai finita. Neanche con Obama era finita, e il cubano lo sapeva. Si trovano rimedi. Rimedi a tutto. Si consuma di meno. Si va in bicicletta. Sticazzi, dicono a casa mia. Sticazzi. STICAZZI. E si ride, sì, si ride, perchè a Cuba si ride profondamente. Si ridono le risate che voi avete smesso di fare da parecchio. Quelle di cuore, quelle dei bambini. Le vostre sono le risate di Joker, quelle senza allegria, senza vita, senza futuro.

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  3. Che meraviglia leggere le cronache serene di chi a Cuba ci vive rispetto alla tristezza dei rosiconi nostrani che parlano, sputando veleni e sperando in situazioni che neanche conoscono e comprendono.

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  4. Adesso mi è arrivata la notizia e morto un turista italiano con il DENGUE

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  5. Anche io su Santiago con Viazul quasi 2 ore di ritardo. Giuseppe

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  6. Lo scorso anno presi un Omnibus nacional che sostituiva il Viazul e non ci trovai differenze.
    Astro di buon livello era lunedi sera sulle tv in alto hanno messo Panfilo.
    Tutti a ridere...ambiente molto cubano.
    Il secondo autista ha ricordato che, sul bus, la cintura era obbligatoria. In caso di controlli erano 150 pesos di multa. Ovviamente nessuno l'ha allacciata...

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  7. Dal 2 al 17 novembre tra Giappone, Messico, Taiwan e Sud Corea si svolgerà il Premier 12 di baseball (senza l'Italia già esclusa dai Giochi, e con l’Olanda ancora in gioco). Ci sarà Cuba ma difficilmente vincerà il torneo che assegnerà il pass olimpico. Il rientro olimpico rischia di non avere la nazionale simbolo (3 ori e 2 argenti) semplicemente perché la diaspora di grandi talenti finiti nelle Major (ci sono attualmente 4 giocatori impegnati nelle World Series tra Washington e Houston) ha depotenziato la nazionale una volta invincibile come dimostrano le 152 vittorie consecutive. A L’Avana, dopo lo stop imposto dal presidente Trump, all’accordo tra la federazione dell’isola e la Mlb è arrivato il presidente mondiale Riccardo Fraccari che ha firmato un accordo storico che garantirà lo sviluppo del baseball consentendo ai giocatori di poter giocare nelle leghe straniere (meno la Major) e di poter tornare ad indossare la maglia della nazionale anche se si è fuggiti con una barca. Stesso trattamento per gli allenatori. Un accordo che salvaguarda i giocatori che eviteranno fughe pericolose via mare. In attesa degli sviluppi politici con la Mlb (ma sarà difficile riaprire il dialogo nel prossimo futuro), l’accordo tra Fraccari ed il presidente Higinio Velez (per anni in Italia coordinatore e già manager del Parma) comprende l’aiuto a Cuba per costruire nuovi impianti, ricevere aiuti per attrezzature e scambi accademici e di medicina dello sport. Dopo la rottura dell’accordo con la Mlb, questa opzione darà la possibilità alla federazione cubana di iniziare a creare un elenco di giocatori che siano di interesse in America, Asia ed Europa, con il vantaggio anche di avere un supporto legale. “Sono convinto che ad un certo punto i colloqui con la Mlb verranno riaperti, ma nel frattempo dobbiamo cercare modi alternativi. Avevamo bisogno di un’organizzazione internazionale per rappresentarci, ecco perché firmare questo accordo con la Wbsc è molto importante”, ha affermato Velez.

    MEDIAZIONE —   
    La federazione internazionale fungerà da mediatrice anche per i rimpatri. “Il ritorno a Cuba dei fuoriusciti sarà un processo che la federazione mondiale indirizzerà: vogliamo aiutare tutti gli atleti e lo sviluppo del baseball cubano ” ha spiegato Fraccari che conosce l’importanza del baseball sport nazionale per Cuba, che riaprendo le porte ai disertori potrà tornare competitiva a livello mondiale.

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  8. Bello il post di Zarlatti, concordo con lui su un problema: nei paesi capitalisti non esiste più la coscienza di classe. Dagli anni 80 in poi le ideologie sono state azzerate, i partisti comunisti sono crollati e non hanno più potuto propugnare gli ideali di liberazione delle classi subalterne. Allego un articolo di Diego Fusaro che spiega bene la situazione...in breve anche gli operai hanno l'IPhone che è uno status symbol della classe dominante, negli anni 70 non sarebbe mai successo.
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/26/precari-e-manager-con-liphone-in-tasca-addio-coscienza-di-classe/5282931/

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  9. Guarda da noi.
    Un lavoro di merda, in fabbrica,da mille euro al mese con contratto da firmare ogni 30 giorni è diventato un privilegio.

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  10. Bello, secco, diretto, forte, icasti, al solito, il racconto dello scriba. Grande. Io sull'Isla non ci vado purtroppo, da tre anni, assisto la mia mamma, 92 anni, alzheimer: lei è sempre di buon umore, non ha dolori, esce volentieri per un giro in auto - io mi diverto un po' di meno ma sto al gioco. Prevedo di tornarci a breve, sull'Isla. A breve mi leggo la zarlattata, lui sempre grandioso, dei grandi scrittori non possiamo dire molto, vivono in una altra dimensione.

    Qui in Svizzera, dove vivo, trasporti pubblici non criticabili: il punto di forza di questo paese, a volte sbeffeggiato perché non sappiamo divertirci, perché siamo noiosi, prevedibili, grigi, pare, dicono, è la serietà, la moralità del comportamento del singolo, la correttezza, la disciplina, il senso del dovere, il rispetto della legge: per questo il paese funziona. Non è perfetto ma alla perfezione si avvicina: ma quando c'era qui la mia fidanzata - cubana, va da sé -, c'è stato l'unico apagon che ho conosciuto nei 59 anni della mia lunga e a volte noiosa esistenza... ... haha...

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  11. Cuba va bene ma la famiglia deve sempre avere la precedenza.
    La Svizzera può permettersi certi servizi perché siete pochi. Qua siamo 60 milioni...no es facil.
    Anni fa venivo a fare tornei di calcio con un amico orafo che aveva business lassù.
    Un week end, 5 partite e dormire nei rifugi antiatomici ordinatissimi.
    Ho un buon ricordo ma non so se ci vivrei.

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    1. Sì, capisco. Rileggendomi mi dico forse avevo alzato un po' il gomito, dobbiamo farlo, per resistere qui. Qui è talmente mortalmente divertente che abbiamo in testa solo di scappare sull'Isla...

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    2. Non pensare che da noi sia troppo diverso.

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  12. Ho letto qualche articolo riguardo queste fantomatiche nuove tiendas in cui si paga in euro o dollari (e non in CUC!), con obbligo di aprire cuenta in moneta straniera per poter pagare. In pratica quando uno si aspetta l’unione monetaria , ecco arrivare un terzo canale monetario vero e proprio a se stante. Io non riesco a capacitarmi di quali migliorie dovrebbe portare. Chi mai poi si fiderà ad aprire un conto in divisa straniera a Cuba? Io non lo farei mai. Mat

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  13. Appena ho più chiara la cosa ci faccio un pezzo

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  14. Manchester City-Aston Villa 3-0
    14esimi con 11 punti.

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  15. Nessuna delle sette squadre che con Cuba hanno inaugurato martedì 15 ottobre a Puerto Rico il torneo femminile di pallavolo del Nord, America Centrale e Caraibi (Norceca), ha subito le pressioni imposte dal blocco degli Stati Uniti.

    Così come avviene in altre sfere della vita quotidiana, lo sport dell’Isola non sfugge alle difficoltà create da questo assedio brutalmente incrementato, che si estende già da quasi 60 anni.

    Di fronte all’impossibilità che la squadra cubana per il Norceca ottenesse a L’Avana i suo visti per viaggiare a Puerto Rico ( Stato libero associato agli Stati Uniti), le 17 persone della delegazione cubana hanno dovuto trasferirsi in

    Repubblica Dominicana, dal 16 al 21 settembre, in attesa dei permessi d’entrata nell’isola portoricana.

    Conclusa la parte della documentazione il gruppo è tornato a Cuba, con ulteriori spese, per completare la preparazione per il torneo, con un supplemento dei costi, dato che la logica indicava che la concessione dei visti si poteva risolvere a L’Avana.

    La presenza in Puerto Rico è costata 7800 dollari in biglietti d’aereo, altri 2350 per l’utilizzo del Centro d’Allenamento della Repubblica Dominicana, oltre a 160 dollari per persona rimborsati per pagare il servizio dei visti della delegazione, come appare nei dati mostrati a Granma da Ariel Saínz, presidente della Federazione Cubana di pallavolo (FCV), che ha partecipato direttamente a tutti questi fatti.

    La ferrea volontà del movimento sportivo cubano ha offerto ancora una volta una mostra della sua lealtà e dell’impegno con la Rivoluzione e il popolo, perche la nuova selezione femminile di pallavolo nonostante gli ostacoli, gioca molto bene, con allegria e alta disposizione contro le squadre di paesi fraterni, includendo quella statunitense.

    ESISTONO ALTRE RAGIONI

    Questo non è stato il solo ostacolo recente posto dall’amministrazione di Donald Trump per intorpidire il normale sviluppo sportivo di Cuba e la sua amichevole relazione con i paesi della Norceca e della Federazione Internazionale di pallavolo (FIVB).

    La FCV non può avere i 20.000 dollari corrispondenti a 5º posto ottenuto dalle giocatrici nella Coppa Challenger 2018, in Portogallo, per il rifiuto delle Banche degli Stati Uniti che non realizzano le transazioni.

    Nello stesso torneo di questo 2019, la FCV non ha ricevuto i 50.000 dollari con cui è stata premiata la squadra maschile per il suo secondo posto in Slovenia in un torneo per la classifica nella lega delle Nazioni del 2020.

    «I premi vinti con la pallavolo di spiaggia e i pagamenti degli arbitri internazionali di Cuba, che ammontano a più di 2000 dollari, così come gli apporti che la FIVB apporta normalmente ai circa 200 paesi affiliati nel mondo intero, sono stati bloccati dalle banche che rispondono agli interessi degli Stata Uniti», ha riferito

    Saínz.

    La persecuzione e il vergognoso tentativo di togliere prestigio ai settori della Salute e dell’Educazione tra le tante garanzie della tranquillità dei cubani, non hanno potuto nè potranno intimorire il movimento sportivo cubano con questi brutali trucchi.

    Le ragazze della pallavolo di Cuba sono arrivate a Puerto Rico, disposte a competere in buoni incontri.

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