LA DIASPORA

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Con los títulos bajo el brazo y las maletas llenas de sueño. Así salimos de Cuba millones de Cubanos, muchos buenos profesionales médicos, enfermero@s,ingenieros,maestros en fin muchos, que al día de hoy siguen con los títulos enrollados y guardados y ellos en camiones, fábricas, sirviendo copas detrás de una barra, cocinas, cuidadores de ancianos & discapacitados , y entonces aquí comienzan los sueños hacerse duros de concreto y nos comienza a doler el alma, lo que ganamos apenas nos alcanza para pagar piso, carro, comida, luz y agua, después llegan los taxes, impuestos de coches, ahhhhh y el dinero que se envía para Cuba ese nunca falta a fin de mes, a esto se le agrega desde medicamentos, ropa y todo lo que necesiten, allí se quedó nuestro pilar la familia y cuando llega el fin de año como zombis celebramos y reímos pero nuestra risa es amarga pensando en las arrugas en la piel de nuestra madre y en las caras de nuestros hermanos, aquí ha sido nuestra gran escuela, nuestra gran lucha, ya no somos cubanos ya no somos de ningún sitio aunque tengamos la nacionalidad, mueren nuestros seres queridos y muchos no hemos podido viajar a dar el último adiós, no podemos estar en casi ningún cumpleaños y se escucha a través del teléfono cumpleaños feliz,  siempre en las llamadas, de allá llegan las quejas, no hay, no hay, no hay....... esto está malisímo, y desde esta parte solo se escucha, que les hace falta, que necesitan y nos callamos nuestro dolor, nuestras frustraciones, nuestros dolores, nuestras enfermedades y seguimos ahí bastión de toda la familia, si tenemos lágrimas nos la tragamos y siempre mostramos la mejor sonrisa, nos da felicidad hablar con ellos, ayudarles. Nos hacemos responsables de sus problemas y también de los nuestros. a todos nosotros que hemos sido guerreros, hemos sido estoicos en aguantar los golpes, aguantar un frío que se nos cala en los huesos, aguantar muchas veces racismo, e incomprensión, para todos nosotros un aplauso.👏👏👏👏🤝🤝🤝🤝

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Questo scritto l'ho trovato, casualmente, dalla mia pagina facebook, francamente non so chi sia l'autore ma credo contenga tutta l'essenza della diaspora cubana.
La gente esce dal paese con tante cazzate in testa, vede gli amici che rientrano a Cuba con mezzo kilo di collane d'oro al collo rentate a Miami dallo strozzino di turno.
Credono che fuori dal paese esistano le regole di ingaggio interpersonali che governano l'isola, pensano di essere protetti ed indirizzati del cugino di terzo grado che hanno come riferimento 90 miglia a nord.
La realta', da subito, si rivela completamente differente dai sogni,
come spiega il racconto i titoli di studio non valgono nulla, un medico cubano non potrebbe fare neanche l'infermiere fuori dal paese, si accorgono che possono anche trovare subito un lavoro malpagato ma i soldi se ne vanno in comida, luce, gas, benzina, tasse, a fine mese restano giusto 4 soldi da mandare alla famiglia.
Sono finiti i tempi in cui un cubano in Usa era coccolato e vezzeggiato, finiti i tempi in cui il dipartimento di stato trovava loro casa e buon lavoro, oggi un cubano vale come un guatemalteco qualunque.
Le telefonate in patria sono una lunga sequela di richieste e di “no hay”, una questua che non ha fine,

indipendentemente da quanto denaro si riesca a mandare alla famiglia.
Li ho sentiti io decine di volte, i cubani a Cuba, lamentarsi del fatto che da fuori arrivavano “solo” 100 dollari o euro al mese.
Questi non sanno che quei 100 dollari o euro sono il frutto di sacrificio e lavoro, che nessuno fuori dal paese regala nulla a nessuno, che non c'e' nulla che si possa “inventare”, che anche da questo lato del bloqueo siamo nella merda fino al collo, sia noi che ci siamo nati che loro che sono arrivati.
Non sanno delle discriminazioni, del razzismo ignorante, dei salari da fame, della mancanza di ogni diritto e tutela.
“El se olvida de nosotros, no manda, un sin verguenza” quante volte l'ho sentito dire in giro por la calle o nelle case di amici.
Loro ti raccontano sempre del tal amico che dopo 2 anni che vive fuori si e' gia' comperato un'auto di lusso e un camion con rimorchio.
Provo a spiegare che a meno che il loro amico non lavori per il figlio di Escobar sono tutte cazzate, che e' impossibile che da noi, un emigrato possa in modo legale avere quel livello di vita.
Chi rimane chiede...chiede, chiede sempre, a volte se il telefono che arriva da fuori non e' l'ultimo modello sul mercato, quello piu' costoso chi lo ha inviato si becca, seduta stante, del taccagno, sono cose che
fanno incazzare noi che veniamo da fuori e conosciamo il valore del denaro.

Alla fine e' sempre e solo una questione di soldi ed e' un peccato che il tutto si riduca a questo.