IL BEL FIULIN

Il mondo che ruota attorno a Cuba e' popolato da personaggi che se non fossero potenzialmente pericolosi per le menti traballanti sarebbero davvero uno spasso. Il bel fiulin che vedete nella foto e' tal Otaola, un tizio che sfangava a fatica il lunario a Cuba in campo pseudoartistico e che, una volta varcate le 90 miglia fatidiche, e' diventato un presentatore nelle tv della gusaneria e addirittura, udite udite, un influencer, qualunque cosa questo voglia dire. E' preso a riferimento da un certo numero di cubani (meno di quanto lui crede) che vivono all'exterior e questo puo' anche passare, ma e' indicato come fiero oppositore del governo cubano anche da alcuni italioti, e qua' entriamo in campi dove dominano i protocolli medici. Qualche giorno fa quel bel fiulin della foto coi suoi occhiali da diversamente abile ha preso un aereo da Miami per l'Italia, pare volesse parlare col Papa...che e' un po' come se io chiedessi una serata di sesso bollente alla Bellucci. Arrivato all'aeroporto di Roma sono iniziati i problemi perche' la polizia lo ha trattenuto per un paio d'ore per accertamenti. Ovviamente il personaggio ha fatto subito capolino sui social lamentandosi sdegnato del trattamento ricevuto dai nostri poliziotti. Forse pero' non sa una cosa, con quegli occhiali suppongo e temo piu' di una. L'Italia non e' il Congo con rispetto parlando del Congo, ma neanche la Florida dove ognuno fa un po' il cazzo che gli pare. Se arrivano segnalazioni alle nostre autorita' di qualcuno che sbarca in Itlaia soltanto per fare casino allora qualcosa succede. Saremo anche un paese con mille criticita' nostre ma siamo comunque un luogo dove non e' che arriva il primo cretino a fare il cazzo che vuole. Un paio di mesi fa una sorte simile tocco' ad un personaggio mille volte piu' importante del pagliaccio in questione. Parlo di Carles Puigdemont, leader catalano che, sbarcato ad Alghero dove esiste un consolato catalano e dove si parla un idioma simile a quello della regione ribelle fu trattenuto dalla nostra polizia, visto che non era chiaro se il mandato di arresto internazionale spagnolo fosse ancora valido e visto che la tensione fra l'inutile Spagna ed i catalani era fortissima, trattenuto per un giorno per poi liberarlo con tanti saluti. Parliamo di uno che la pelle l'ha rischiata sul serio, vive in esilio in Belgio ed i suoi compari sono al gabbio in Spagna. Comunque Otaola ed un'altra ventina di scappati di casa, domenica mattina si sono recati in S.Pietro per fare un po' di casino, un tizio si e' inginocchiato con la bandera, mentre il Papa recitava l'omelia, cercando di attirare attenzione. C'e' riuscito subito tanto che la polizia di Dio insieme a quella di Draghi e Mattarella lo hanno portato a piu' miti consigli. In Piazza S.Pietro la domenica mattina si va per pregare, ascoltare il Papa e sperare che le preghiere portino qualcosa di buono non per fare pagliacciate coprendosi di ridicolo. Pare che poi tal Otaola abbia fatto una conferenza stampa, non so di fronte a chi, per dichiararsi offeso dal Papa che non aveva voluto ascoltarlo. Poi all'uscita dal paese, molto repentina, e' stato di nuovo pinzato dai nostri poliziotti per un...saluto finale. Come gia' dissi per le ladrones en blanco e la bloggara a gettone fino a quando l'opposizione al governo cubano e' fatta di questi personaggi allora la Revolucion puo' dormire sonni fra 50 guanciali candidi e ben stirati. Nel frattempo ha suscitato polemiche il fatto che non Diaz Canel ma Raul abbia accolto in visita ufficiale il presidente del Vietnam. A parte il fatto che avere un Raul piu' che disponibile per situazioni simili e' un bel Jolly, poi ricordiamoci che Cuba combatte con la pandemia, el bloqueo, la crisi economica ed un paese che deve ripartire, se Diaz Canel oberato immagino da 1000 impegni e' riuscito a farsi dare una mano buon per lui. Occorre ricordare il legame che lega non solo Cuba ma la famiglia Castro col Vietnam, Fidel fu il solo capo di stato a visitare Hanoi in pieno conflitto e non e' escluso che medici cubani abbiano dato fattivamente una mano in zone di guerra.

“Así que esta ciudad militar la convertiremos en una escuela donde asistan cientos de niños, porque nuestros cuarteles están en el pueblo, ¡nuestra Revolución la defiende el pueblo!"

Fidel

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